cronaca

La macchina più grande d'Italia ha già abbattuto le Vele di Scampia ed altri ecomostri
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Lunedì 19 aprile alle 16,30, con diretta tv su Primocanale, partirà la demolizione dei piani alti della 'diga bianca' di Begato, in Valpolcevera, enormi costruzioni di edilizia popolare a schiera realizzate negli anni Ottanta sulle colline alle spalle di Genova.

Si tratta di un'opera di "bonifica architettonica" di grande valore simbolico, visto che l'edificio di edilizia popolare, realizzato secondo i dettami progettuali di un malinteso modernismo che riecheggiava i canoni urbanistici eurorientali, venne presto declassificato come "ecomostro", anche alla luce della vivibilità e dell'ammassamento umano in quelli che Ceronetti, nel suo "Viaggio in Italia", passando proprio per Genova e vedendo i quartieri collinari, aveva definito "termitai per disperati".

All'inizio delle operazioni saranno presenti il governatore ligure Giovanni Toti, l'assessore regionale all'Urbanistica Marco Scajola, il sindaco di Genova Marco Bucci, l'assessore comunale al Patrimonio Pietro Piciocchi e l'amministratore unico di Arte Genova Girolamo Cotena.

L'abbattimento dei piani alti della diga verrà effettuato con una gru da 60 metri di altezza e dal peso di 220 tonnellate arrivata a Genova il 12 aprile scorso dopo due giorni di viaggio. E' la gru più alta d'Italia ed è la stessa che ha abbattuto altri ecomostri, dalle Vele di Scampia ai manufatti di alcune raffinerie tedesche.

Per abbattere i piani alti della 'diga bianca' potrebbe essere utilizzata la tecnica detta 'strip-out', ovvero una demolizione selettiva che consente di individuare materiali pericolosi e di riciclare materiali utili. Una volta abbattuti i piani alti entreranno in funzione due gru di più modeste dimensioni (30 metri) per completare l'abbattimento.

"Si tratta di un'occasione importante anche sotto il profilo occupazionale per il settore edile della Liguria”, spiega Andrea Tafaria, segretario generale Filca Cisl Liguria: “Abbiamo stimato che possano essere impegnati tra demolizione e ricostruzione almeno 500 edili con ricadute occupazionali importanti per il settore in Liguria. Stiamo ripartendo bene, ma il comparto ha bisogno di ossigeno per continuare ad alimentare questa crescita dopo i problemi legati all’emergenza sanitaria”, conclude Tafaria.