"Non è una questione di categoria, di associazioni, di gruppi di ristoratori: non chiediamo soldi, ma di poter lavorare come fanno certi nostri colleghi di compagnie più grosse, pensiamo agli autogrill, alle stazioni portuali. Ogni giorno si vedono assembramenti, anche sulle panchine o nelle piazze, dove le normative anti covid richieste nei ristoranti non vengono rispettate. E' una cosa che fa rabbia".Parole di Riccardo De Giorgio, titolare de La Goletta, di uno dei numerosi ristoranti genovesi che nell'ultimo anno e mezzo hanno dovuto fare i conti con le chiusure.
"Abbiamo bisogno di qualche ristoro in più - gli fa eco Luca Quartesani, titolare del Rio Samba - per fronteggiare i costi fissi: affitti, dipendenti, gas e luce. E poi di certezze, di poter tornare a fare il nostro lavoro: ormai stiamo perdendo la dignità e la passione per quello che sappiamo fare".
I due ristoratori sono intervenuti ad Oltre Tutto, la trasmissione di approfondimento ed inchiesta di Primocanale. "Siamo assolutamente contrari alle violenze di piazza, alle esagerazioni a cui abbiamo assistito anche a Roma - spiegano - ma purtroppo quando c'è tanta esasperazione possono svilupparsi anche deviazioni non volute. Noi desideriamo soltanto una cosa: lavorare".
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