cronaca

Dai casermoni di via Cechov, a Begato quasi una favola di Pasqua
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Non solo chiacchiere e distintivo (della polizia di stato): perché dietro ogni divisa, camice, tuta, c'è una donna, c'è un uomo.

La storia gonfia di umanità, la favola perfetta per augurare una buona Pasqua di Resurrezione ai genovesi, trapela da via Cechov, Begato, quartiere popolare troppo brutto tanto che il sindaco decisionista Bucci ha deciso di buttarne giù una parte infischiandosene se poi di case popolari ne avremo di meno, come ha denunciato il sindaco in pectore della Valpolcevera Gianni Crivello.

Lì, a Begato, fra il degrado, tra spazzatura e moto abbandonate, gli inquilini regolari delle case popolari da sempre segnalano gli inquilini irregolari che occupano senza averne titolo gli alloggi di Arte.

Succede spesso. E' successo anche due giorni fa.

Sono tre le case di via Cechov occupate da irregolari. Quando arrivano gli agenti del commissariato di Cornigliano, altro quartiere popolare, e vengono avviati i controlli alcuni sbandati hanno appena lasciato le case, sono fuggiti in fretta e furia dagli immobili, per evitare una denuncia anche se non sanno dove andare.
Dentro che le case che dovrebbero essere vuote e invece non lo sono però c'è un uomo, un anziano che non scappa, forse perchè non ha più la forza di farlo, forse perchè è solo stufo di fuggire dalla miseria.

E' un genovese di 76 anni che non solo occupa senza averne il diritto l'alloggio,
ma risulta avere anche rubare la corrente elettrica con un collegamento abusivo: per avere la luce quando viene sera, per riscaldarsi quando fa freddo e avere l'acqua calda per lavarsi. Diritti elementari che dovrebbero spettare ad ogni umano e invece nel 2021 anche a Genova non è così. Sì, ci sono i servizi sociali, gli assistenti, ma valli a contattare se non sai da dove si comincia, ora che c'è il covid poi, tanti dipendenti pubblici lavorano da casa, smart working, hai visto mai che ti prendi il virus come può capitare a un'infermiera, a una cassiera del Lidl.
 
Quel filo elettrico volante di via Cechov che arriva dentro l'appartamento è già una sentenza per il settantenne che occupa indebitamente l'abitazione, una condanna. Sgombero e denunce per occupazione abusivo di un alloggio pubblico e furto di energia elettrica.

La prassi dice questo.


Quante ne abbiamo scritte di storie così, fra Begato, e il Cep, fra via Berghini e Quarto Alta, dove ci sono case popolari ci sono abusivi: perché molte, troppe case, prima di essere sistemate e assegnate rimangono vuote per anni, disabitate mentre persone, anziani, ma anche donne con bambini, vivono per strada, dove capita, magari in quel rudere rurale di via dei Ciclamini, a Quarto Alta che ieri sera ha preso fuoco costringendo alla fuga i disperati che vi abitavano. Per noi una "breve" di cronaca, per i disperati l'unico giaciglio per coprirsi dalla pioggia, ripararsi dal freddo, trovare un po' di intimità, una parvenza di casa.

Stavolta però i poliziotti del commissariato non se la sentono a sbattere in strada quell'anziano, e non perchè è Pasqua, la relazione di servizio la redigono, la inviano al dirigente, alla procura, all'Arte, e alla fine tutti insieme decidono che per una volta il cuore prevale sul distintivo e pure sul diritto: il settantenne può rimanere nella casa non sua. Anche se la giustiizia inevitabilmente farà il suo corso. Per l'alloggio toccherà agli assistenti sociali vagliare e dire l'ultima parola. Intanto il pensionato rimane lì.

Prima di andare via gli agenti lo hanno rincuorato,
gli hanno stretto la mano, lo hanno quasi abbracciato, con la mascherina s'intende, con tanto di auguri di buona Pasqua. La Resurrezione. hai visto mai, può cominciare dai casermoni di via Cechov.