cronaca

"Ne sono stati abbattuti ventisei e reimpiantati pochi". Aster risponde: "Sono malati, li sostituiremo"
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In piazza per difendere i pochi alberi rimasti a Genova. Gli ecologisti ma anche semplici cittadini (non molti in verità) sono scesi in piazza per difendere gli alberi dei giardini di fronte alla stazione di Brignole.

A coordinare la crociata Andrea Agostini di Legambiente, che ha sottolineato come negli ultimi giorni sono stati tagliati otto grandi alberi di grosso fusto apparentemente non malati.

Altri cittadini, invece, hanno contato nei giardini di Brignole ben 26 alberi tagliati negli ultimi anni che non sono stati sostituiti con altrettante piante come dovrebbero in base alle normative per la tutela del verde. "Non crediamo che l'azienda che si occupa del verde per il Comune tagli gli alberi senza un motivo - ha spiegato Emanuela Massa - ma di certo manca la trasparenza, la comunicazione visto che del taglio delle piante si viene a sapere a cose fatte e senza la possibilità di un confronto. Inoltre di certo le piante abbattute non vengono sostituite come si dovrebbe fare per garantire la percentuale di verde in una città che di verde ne ha sempre meno".

Aster, l'azienda che cura il verde per il Comune, venerdì ha pubblicato un comunicato per spiegare gli abbattimenti degli alberi di Brignole: "Nel corso dei controlli ciclici sulle alberature delle aree più frequentate (controlli eseguiti da professionisti specializzati), sono emerse forti criticità su alcuni alberi dei Giardini di Piazza Verdi. In particolare 4 platani e 11 lecci sono risultati in classe di propensione al cedimento “estrema” (Classe D). Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia ormai, quindi, esaurito. Per questi soggetti, le cui prospettive future sono gravemente compromesse, ogni intervento di riduzione del livello di pericolosità risulterebbe insufficiente o realizzabile solo con tecniche contrarie alla buona pratica dell’arboricoltura. Le piante appartenenti a questa classe devono, quindi, essere abbattute.” (Da SIA, Società Italiana di Arboricoltura).
In particolare queste piante soffrono di gravi e irreparabili attacchi fungini agli apparati radicali, al colletto e ai rami principali.
Per i platani sono previste due sostituzioni dove si sono creati spazi sufficienti al reimpianto. Per i lecci sono previsti sei nuovi impianti sempre dove gli spazi sono idonei".