cronaca

Lo sfogo di tre autisti "Non abbiamo il tempo di andare in bagno e mangiare un panino"
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"Dobbiamo fare una consegna ogni tre minuti, ci controllano con il gps non abbiamo il tempo di andare in bagno, mangiare un panino, e se ci fermiamo in coda dobbiamo subito fornire una giustificazione...".

Sono alcune delle denunce dei corrieri che lavorano per la sede Amazon di Genova Campi.

Oggi, lunedì 22 marzo, per la prima volta i lavoratori della filiera dei centri del colosso del commercio elettronico Amazon in Italia hanno scioperato per chiedere condizioni di lavoro più adeguate e turni di lavoro senza soste degni di catena di montaggio: a Genova ci sono stati due presidi fra le ore 7 e le ore 17.

A sostenere i lavoratori Filt Cgil Fit Cisl Uiltrasporti.

A bloccarsi a Genova non sono stati i circa sessanta lavoratori di Amazon, che hanno contratti a termine e avrebbero rischiato il licenziamento, ma gli oltre 300 corrieri che lavorano per le società esterne che hanno in appalto il recapito della merce, Bs Trasporti, L&D S.r.l e Jet Express S.r.l, aziende con moltissimi giovani con contratti di lavoro precari imposti da Amazon per tenere i lavoratori in condizioni di grande soggezione.

Ecco le testimonianze di tre corrieri.

Luca Fanti, che lavora a Certosa: "Amazon pretende che facciamo una consegna ogni tre minuti, carichi insostenibili, io ad ogni turno consegno 150 pacchi in nove ore, non abbiamo neppure il tempo di andare in bagno e mangiare un panino, parcheggiamo dove capita con il rischio di prendere delle multe che ovviamente mi devo pagare"

Michel, che lavora nel centro di Genova: "Siamo controllati per tutto il turno con un gps e un'applicazione sul telefonino, se ci fermiamo per più di dieci minuti ci arriva la telefonata che ci chiede perchè siamo fermi, addirittura ora hanno messo la soglia dei sette minuti per caricare un furgone, impossibile perchè hai un carico di lavoro eccessivo per quel tempo. Guadagniamo 1600 o 1700 euro con tredicesima e quattordicesima comprese, ci hanno promesso un indennizzo Covid, ma non è arrivato. Siamo costretti a violare spesso il codice della strada, qualche multa l'ho presa e me lo sono pagata".

Marco Rolando, che lavora fra Casarza Ligure e Riva Trigoso nel levante della provincia di Genova: "Impiego solo un'ora per andare e un'ora per tornare, dunque invece di nove ore ne ho sette ma devo consegnare lo stesso il numero di pacchi caricati. No, non conosciamo le condizioni di lavoro di chi lavora dentro il capannone Amazon che non possono scioperare perchè avendo quasi tutti contratti a scadenza hanno paura di essere lasciati a casa".

E' stato calcolato che il fondatore di Amazon Jeffrey Preston Bezos,   , l'imprenditore più ricco del mondo, incassi sino a quattromila dollari al secondo, mentre gli operai che lavorano nei centri di smistamento obbligati a lavori ripetitivi da catena di montaggio anni '20 sono costretti a ripetere mansioni sempre uguali anche 500 volte per ogni turno.


Amazon ha emesso un comunicato per dare una risposta ai lavoratori in sciopero: "Essere l'azienda più attenta al cliente al mondo significa anche informarvi sulla realtà dei fatti, soprattutto quando questi rischiano di non emergere adeguatamente, per continuare a meritare la vostra fiducia.
I fatti sono che noi mettiamo al primo posto i nostri dipendenti e quelli dei fornitori terzi offrendo loro un ambiente di lavoro sicuro, moderno e inclusivo, con salari competitivi tra i più alti del settore, benefit e ottime opportunità di crescita professionale.
Usiamo le più avanzate tecnologie e le mettiamo al servizio dei nostri lavoratori e fornitori per migliorare la sicurezza sul lavoro e semplificare. Per saperne di più sul nostro impegno per i nostri dipendenti e i dipendenti dei nostri fornitori: https://www.aboutamazon.it/il-nostro-impegno".