cronaca

Per la prima volta si fermano dipendenti e corrieri: quasi 400 lavoratori costretti a turni da catena di montaggio
2 minuti e 31 secondi di lettura
Per la prima volta i lavoratori della filiera dei centri Amazon in Italia scioperano per chiedere condizioni di lavoro più adeguate a discapito di turni di lavoro senza soste da catena di montaggio: a Genova si ferma il deposito del colosso della logistica di Campi con due presidi fra le ore 7 e le ore 17 di oggi, lunedì 22 marzo.


A sostenere le rivendicazioni dei lavoratori della filiera Amazon, Filt Cgil Fit Cisl Uiltrasporti che hanno indetto una giornata di sciopero di tutto il personale dipendente di Amazon Logistica Italia e di tutte le società di fornitura di servizi di logistica, movimentazione e distribuzione delle merci che operano per il gruppo.

A bloccarsi a Genova parte della ventina di dipendenti del deposito
Amazon e gli oltre 300 corrieri che lavorano per le società esterne che hanno in appalto il recapito della merce, Bs Trasporti, L&D S.r.l e Jet Express S.r.l, aziende con moltissimi giovani con contratti di lavoro precari imposti da Amazon per tenere i lavoratori in condizioni di grande soggezione.

I lavoratori in mattinata hanno bloccato anche Corso Perrone, fermando la viabilità, per poi tornare a presidiare i cancelli del centro di Via 30 Giugno e Corso Perrone.

“E’ il primo sciopero nazionale, c’è stato un ottimo risultato con un’adesione massiccia e solidarietà da tantissime categorie. Impossibile continuare così, dobbiamo finirla con questo algoritmo e sostituirlo con un processo umano che metta in prima fila i diritti dei lavoratori  e vengano cancellate le anomalie che oggi non permettono ai lavoratori un attimo di sosta con giornate lavorative  massacranti e impossibili da mantenere a lungo. Pretendiamo dignità per  ogni lavoratore deve avere salari giusti.  Amazon e Assoespressi convochino subito tavolo  per iniziare una seria trattativa tra le parti”, ha spiegato Mauro Scognamillo, segretario generale Fit Cisl Liguria.


"Si tratta – spiega Marco Gallo della segreteria Filt Cgil – per la maggior parte di lavoratori con un contratto a tempo determinato e lavoratori interinali. Uno dei problemi è la mancanza della clausola sociale come esiste nel settore mense che permette ai lavoratori delle piccole aziende titolari dell'appalto di essere assunti quando viene cambiata la ditta fornitrice delle prestazioni, appalti sempre volti al ribasso che impongono sempre più lavoro agli operatori. La mobilitazione nasce anche perchè dal primo aprile Amazon affiderà parte del lavoro a una quarta azienda".

"I lavoratori sono costretti a sopportare pressioni psicologiche eccessive – denuncia Gallo – basti pensare all'orario scientifico in cui devono essere fatte le consegne con i percorsi decisi dalla stessa Amazon”. 
Corrieri molte volte alle prime armi e costretti a correre per rispettare i tempi, con inevitabili incidenti stradali: “Succede che un corriere che guadagna 1500 euro al mese si ritrovi trattenute anche sopra i mille euro lavorando praticamente gratis per un errore commesso, Amazon ha un’assicurazione Casco ma con franchige inadeguate per coprire questi danni”.