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Il pugile professionista il 20 marzo, nell'era del Covid, riporta la grande boxe a Genova
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"Finalmente sono riuscito a portare un match professionistico a casa, è importante per me e per tutto il movimento ligure".

A parlare è Alessio Marchese (nella foto), boxeur genovese dei pesi massimi
che il 20 marzo nonostante le restrizioni per la pandemia incrocerà i guantoni all'Elite di Pegli per un match tra professionisti organizzato dalla Celano Boxe: "Il mio rivale sarà Kerezovic, bosniaco residente in Germania, fisicamente come me, uno con il pugno duro, un picchiatore, io sono più tecnico, lui è più giovane, ha 28 anni, ma non è un problema, ho l'esperienza, l'esplosività, la potenza, siamo belli convinti e carichi".

Marchese si racconta nella palestra Games Fit di via De Amicis
dove si allena.

"Ho iniziato a fare pugilato a 17 anni nella palestra del maestro Sbardella, che ora non c'è più, mi allenavo lì con dei campioni, lì inizia la passione, poi mi sono perso per dieci anni nella vita. Mi ha salvato il mio maestro Roberto Pirastu, che non smetterò mai ringraziare. Mi disse vieni a farti una sudata, io allora ero un uomo di 130 chili, adesso ne peso 110, ma strutturati in modo diverso. Da una sudata sono arrivati gli allenamenti, i combattimenti, abbiamo vinto, ci siamo divertiti, abbiamo fatto i campionati italiani, ho combattuto con i più forti che c'erano al momento, a 39 anni sono passato fra i professionisti, qualcosa è andato bene, qualcosa male, ci siamo divertiti anche lì, adesso proviamo a fare l'ultimo anno fatto bene"

Il suo mito?
"Nella storia Muhammad Ali, odierno Tyson Fury, non ci sono dubbi, campione in carica della Wbc, secondo me il numero uno. Io sono un tecnico, non mi piace stare a scazzottare, ma tocco e cerco di mettere in difficoltà il mio avversario toccandolo e, nonostante la mia mole, rientrando"

E' mai andato ko?

"Mi è successo una volta, anni fa, però ti insegna, questo evento mi ha insegnato molto, è brutto il giorno dopo, subito non ti rendi conto neppure cosa è successo, ma mi ha dato la forza di andare avanti, di ripartire"

Ma siccome si può andare ko anche nella vita, Marchese per una decina di anni ha lasciato il pugilato, "Ho passato una decina di anni difficili, vivevo in Valpolcevera, tra Rivarolo e Begato, in un contesto particolare, a uscirne mi ha aiutato mia moglie e il pugilato".

Marchese ammette: "Ho la terza media, ai tempi non avevo la testa per andare avanti negli studi, pentendomi di questo, ovviamente. L'altra mia grande passione è la cucina, faccio il cuoco nel mio ristorante del Centro Storico, la Buca di San Matteo"

Il match del 20 marzo è organizzato dalla Celano Boxe e all'Elite di Pegli e sarà trasmesso in diretta Youtube. Un incontro di pugilato nell'era del covid possibile grazie ai tamponi, "tutti coloro che gravitano intorno al ring sono controllati - garantisce Marchese -. Se ho mai fatto a botte ai semafori? A vent'anni le cavolate le abbiamo fatte tutti, mai il pugilato ti insegna a controllare questo, ti insegna a capire che se alzi le mani sei meno forte, ti insegna a controllarti. Per strada evito, mi sfogo sul ring con persone alla mia portata".

Nella palestra di via De Amicis c'è un secondo pugile che si allena senza sosta, sudato, è Alessandro Gaglianese, dilettante genovese, due volte campione d'Italia, "Alessio Marchese è il nostro idolo, a 42 anni si allena più di tutti, io faccio pugilato e lavoro, faccio il rappresentante",