cronaca

Marta salvata dalla super poliziotta maestra di arti marziali poi scelta come testimone di nozze
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Quindici anni di persecuzioni, di privazioni, minacce, paure, notti in bianco, un'interminabile violenza psicologica da parte dell'ex marito che anche senza le botte ha portato una quarantenne genovese alla crisi depressiva, in un tunnel senza luce. Lei che scappava, lontano da Genova, dalla Liguria, lui che la raggiungeva dovunque, sempre "sarai sempre e solo mia" lei gridava come in un film horror.

La salvezza di Marta, nome inventato per tutelare la sua privacy e pure quella del suo persecutore che ora non è più tale, commessa genovese di quarant'anni, è stata un ispettore di polizia delle volanti, una donna, Simona Pappalardo, cintura nera e quarto dan di Taekwondo, prima donna operatore Taser (la pistola elettrica) in italia, 15 anni di squadra mobile, docente di difesa personale alla scuola allievi agenti di Alessandria.

"E' stata lei a darmi coraggio di denunciare e isolare il mio ex marito - racconta Marta a Primocanale - quando ho chiamato il 122 e in casa è arrivata Simona in divisa  ho subito capito che insieme a lei ce la potevo fare...".

Così è stato: l'ispettore di polizia ha rassicurato Marta e avvertito il suo ex su quanto male stava procurando alla donna a cui voleva bene e cosa stava rischiando. Un lavoro lungo, graduale, fatto di incontri e telefonate a tre anche fuori da turni di servizio, con e senza la divisa addosso. Da poliziotta e da donna.

Alla fine è stato lo stesso stalker, isolato, a chiedere a Marta di aiutarlo: "Fermami, denunciami prima che sia troppo tardi".

L'uomo, un operaio con alle spalle un'infanzia triste, abbandonato in un istituto dalla mamma all'età di quattro anni, a poco più che ventenne era un amico diventato fidanzato quasi modello, mai una parola fuori posto, gentile, affettuoso.

La sua seconda personalità, la "bestia" come dice lei, ha preso il sopravvento appena ha sposato Marta. Quel sì in Comune lo ha sancito il matrimonio lo ha trasformato in un padrone, un despota geloso, ossessivo, ogni uomo che incontravo per strada era un "amante", perché temeva che lei potesse lasciarlo, come aveva fatto la madre quando aveva solo quattro anni.

La svolta tre anni fa, quando lui chiede di essere aiutato, poi il lungo lavoro, con l'ispettore di polizia a indirizzare lei e pure lui. Psicologi, un medico legale, tanto lavoro, e così lui che nell'apice della sua follia ferendosi al un braccio colpendo una vetrata in uno scatto d'ira aveva detto a lei, "la stessa cicatrice la voglio vedere sul tuo viso", ora ha accettato che lei possa rifarsi una vita. Ha accettato persino che possa sposare un altro. Ce l'ha fatta, ce l'hanno fatta, anche grazie a Simona Pappalardo, l'ispettore di polizia che non si è fermata al primo intervento, come dovrebbero fare le volanti, che di interventi per liti in famiglia ne fanno quasi tutti i giorni.

Il premio più bello per Simona è stato un messaggio di Whatsapp, inviato da Marta, per chiederle di essere sua testimone di nozze, del suo secondo matrimonio possibile solo grazie a lei. Simona non ci ha pensato neppure un minuto e ha detto sì.