cronaca

L'intervento dell'infettivologo a Primocanale: "Dalla prossima settimana disponibili al San Martino gli anticorpi monoclonali per la cura del covid"
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Matteo Bassetti non usa mai giri di parole. Ecco perché, come medico e comunicatore, ha il "potere" di dividere chi lo ascolta in tv o lo segue sui social. Come quando afferma: "Vacciniamo i calciatori di serie A, sono 550, non si toglierebbero dosi praticamente ad alcuno. E servirebbe a far girare l'economia, specie l'indotto, dove non ci sono solo milionari. Sapete quanti amici degli amici hanno vaccinato in Sicilia? Oltre 1.500. E' la solita ipocrisia all'italiana".


Che lui detesta e in forza di questa idiosincrasia al politically correct affonda il colpo anche sul vaccino Astrazenca, inizialmente "demonizzato" dalle autorità sanitarie e a Primocanale rivela: "Sa cosa farà questa sera l'Agenzia italiana del farmaco? Cambierà idea per la terza volta in poche settimane. Prima aveva autorizzato questo vaccino per gli over 55, poi lo ha elevato agli over 65 e stavolta dirà, anche su sollecitazione del sottoscritto, che funziona su tutti. Ed è vero, perché si tratta di un ottimo vaccino, che si conserva in frigo. Ma in questa maniera i cittadini perdono fiducia nella scienza, non si fidano più. E si perde tempo prezioso nella lotta al covid".


Peraltro, come Bassetti aveva anticipato "leggendo" quanto accaduto un anno fa nello stesso periodo, anche l'Italia in questo mese di marzo si trova in piena terza ondata della pandemia. "In Liguria - spiega il direttore del reparto di malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova - siamo messi un po' meglio. Ma dobbiamo fare come quando ci sono le alluvioni: alzare le barriere, proteggerci. Facciamolo e allora aumenteranno certamente i ricoveri, ma forse avremo meno casi gravi e soprattutto meno decessi dell'ondata precedente".


Una considerazione importante arriva sulla cosiddetta variante inglese. Bassetti spiega: "E' più contagiosa, ma non più aggressiva. E' chiaro che essendo più contagiosa determina più casi, anche nelle terapie intensive. Ma non riscontriamo gravi differenze con le altre forme di covid".


Non è "solo" uno studioso delle malattie infettive, Bassetti. E' soprattutto un clinico, un medico che vede e cura i pazienti. Ecco perché risulta particolarmente attento e cauto quando si parla di farmaci in grado di curare il covid: "Ora si parla molto di questo Exo cd 24 israeliano, che avrebbe dato eccellenti risultati. Sì, ma dagli studi di cui siamo in possesso ancora su un  numero relativamente troppo basso di persone per poter dire che funziona. Quindi, dobbiamo utlizzare i famaci che sinora hanno dimostrato di essere efficaci: dal cortisone all'eparina agli antibiotici all'antivirale remdesivir, tenendo presente che il loro impiego però varia da situazione a situazione. Posso anche anticipare che al San Martino la prossima settimana arriveranno gli anticorpi monoclonali, che siamo molto ansiosi di poter impiegare nella cura del covid 19".


E' una battaglia che continua: in prima linea da parte di medici, infermieri ed operatori sanitari, ma a tutto campo da parte di ogni persona che abbia senso di responsabilità individuale e collettiva. Perché una pandemia, per definizione, non fa sconti.