cronaca

L'inchiesta per frana colposa. Fra poco operativa la rete di sensori per monitoraggio della frana
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I carabinieri si sono recati in comune a Camogli e hanno acquisito documenti nell'ambito dell'inchiesta sulla frana di una porzione del cimitero della cittadina del levante. In particolare i militari stanno prendendo la documentazione e le ordinanze relative ai lavori e alle segnalazioni di privati cittadini, sulla situazione in cui versava il cimitero. La procura di Genova subito dopo il crollo ha aperto una inchiesta per frana colposa. Sono circa duecento le bare finite giù in mare e rimaste sotto la falesia crollata.

Di poche ore fa alcune segnalazioni di cittadini che hanno visto pezzi di bara galleggiare vicino agli scogli di Quinto, a cui subito sono seguite nuove segnalazioni di ritrovamenti di alcuni resti a Quarto e a Vesima. Le correnti marine, come più volte dimostrato, vanno da levante verso ponente, quindi non stupisce che del materiale venga trasportato dal mare in direzione del centro città. Clamoroso era stato il caso del ritrovamento del corpo della contessa Vacca Agusta, il cui corpo, caduto in mare a Portofino, era stato recuperato dopo pochi giorni su una spiaggia della Costa Azzurra. 

E sarà operativa a brevissimo la rete wireless di sensori in corso di installazione in queste ore da parte del nucleo Saf (speleo –alpino – fluviale) dei Vigili del fuoco per il monitoraggio della falesia sottostante il cimitero di Camogli. "Si tratta di un passaggio fondamentale che coincide con l’avvio delle operazioni di controllo del fronte di frana, concordate dopo il crollo dei giorni scorsi. L’installazione della rete di sensori è propedeutica all’avvio delle operazioni a mare, che avverranno tramite il Comando raggruppamento subacquei e incursori 'Teseo Tesei' della Marina Militare (Comsubin) insieme a tutte le altre forze dello Stato, e per le operazioni di recupero dei feretri, ed è il risultato concreto della sinergia messa in campo tra Protezione civile regionale e Dipartimento nazionale con il supporto dei tecnici specializzati della Fondazione Cima e dell’Università di Firenze” ha spiegato l’assessore alla Protezione civile Giacomo Giampedrone.

“Si tratta senza dubbio di un segnale importante e permetterà l’avvio delle operazioni a mare durante il fine settimana o al più tardi lunedì. Nel frattempo il Comune sta proseguendo le operazioni di smontaggio di alcune parti del cimitero ancora in situazione precaria dopo il crollo, operando in modo coordinato da terra, e sono in corso gli interventi di disgaggio di alcune parti pericolanti della falesia: questi interventi, assieme all’installazione della rete, sono i tre fronti su cui si sta lavorando in modo contestuale proprio per poter procedere al più presto all’avvio delle operazioni di recupero dei feretri, iniziando dal mare” ha detto ancora Gaimpedrone.