cronaca

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E' la Sanremo del controsenso, degli opposti, del penso ma non non dico, degli economisti, dei salutisti. E' la Sanremo del Festival 2021. E' la città confusa che dalle finestre, dalle saracinesche abbassate osserva in silenzio il carrozzone della 71esima edizione del Festival della Canzone Italiana.

La pandemia ha spinto il Governo a blindare in arancione tendente al rosso l'intera area che va da Ventimigila a Sanremo con la conseguente chiusura di tutti i plessi scolastici di qualsiasi grado ma non il teatro Ariston che, per ospitare il carrozzone Rai, ha perso la sua natura trasformandosi in studio televisivo.

L'occasione sfumata per l'economia locale, l'identità persa per l'intera città da sempre cornice della manifestazione. I residenti, le categorie si chiedono perchè chi di competenza non abbia provveduto a posticipare l'evento in tempi migliori, gli artisti di tutta Italia si sentono offesi e i commercianti calpestati.

Sanremo è il Festival, la coprotagonista indiscussa ora obbligata a farsi da parte per un palinsesto che lascia i più con l'amaro in bocca. A microfoni spenti se ne sentono di tutti i colori, a microfoni accesi i toni si placano... ma per strada gli sguardi sono sgomenti.

Un Festival blindato, per pochi, per la Rai e i suoi telespettatori. In tanti si chiedono perchè tanta determinazione in barba alla pandemia in quel di via Matteotti e non alle frontiere con la Francia dove è ormai certo che il Covid passi senza grossi controlli.

Una crisi economica che sta toccando l'intero paese dove l'eccezione non dovrebbe avere alcuna giustificazione. Sarebbe stata opportuna la solidarietà verso chi non può lavorare, verso chi ha chiuso i battenti, verso chi corre da solo e non su un carrozzone.