cronaca

Dopo due settimane di stop le parti si ritrovano faccia a faccia
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E’ ripreso nella tensostruttura allestita nel cortile del tribunale di Genova, il secondo incidente probatorio per il crollo del ponte Morandi.


Dopo tre settimane di stop, le parti si trovano nuovamente faccia a faccia, per la perizia sul crollo del viadotto avvenuto il 14 agosto del 2018 e in cui persero la vita 43 persone.

La decisione era stata presa dal giudice per le indagini preliminari Angela Nutini, su richiesta di alcuni legali degli indagati, per acquisire il software usato per i calcoli di tiraggio dei cavi.

L'incidente probatorio avviene infatti in fase d'indagine, ed è uno dei momenti in cui si verifica la possibile acquisizione di elementi di prova che poi potranno essere usati nel dibattimento vero e proprio.

In questo caso, un contraddittorio con i difensori, con le parti offese, con i consulenti tecnici davanti ad un giudice, per stabilire se è necessario chiedere una perizia per capire la dinamica e le cause del crollo.

Nell’ultimo incontro i periti avevano illustrato la nascita del viadotto soffermandosi sui difetti di realizzazione e su quanto emerso dall'analisi del reperto 132, considerato la prova regina dell'indagine. I super esperti avevano infatti spiegato come dalle analisi sia emerso che non vi era una disposizione regolare dei trefoli trovati anche in "modo caotico" a causa di un errore nella iniezione di calcestruzzo che avrebbe creato una bolla d'aria.

In questo modo i cavi di acciaio sarebbero stati esposti alle aggressioni dei fattori esterni. Dentro il reperto sono stati trovati anche resti di iuta e di carta delle confezioni di cemento.

"Laddove fossero stati eseguiti i controlli manutenzioni, e se fossero stati eseguiti correttamente, avrebbero interrotto la catena causale e l'evento non si sarebbe verificato" avevano scritto i periti.

Il primo incidente probatorio si era concluso lo scorso luglio. Nel registro degli indagati, lo ricordiamo, sono iscritte 71 persone, tra ex dirigenti e tecnici di Autostrade e dirigenti del ministero delle Infrastrutture e del provveditorato, oltre alle due società (LEGGI QUI).