salute e medicina

L'ospedale genovese chiede a gran voce di aumentare la percentuale di donatori
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"Qui al Galliera il Covid ha inciso con una diminuzione di circa 1000 unità di sangue che era stato raccolto nel 2020, non sono poche.”

Questo il bilancio all’Ospedale Galliera da parte del responsabile del servizio trasfusionale Giovanni Imberciadori, preoccupato dalla quantità appena sufficiente di sangue donato: “La carenza di sangue è stata parzialmente compensata dal fatto che in periodo Covid sono stati ridotti gli interventi chiururgici, cosa che ha ridotto i consumi. La Liguria è sempre sul filo del rasoio per quanto riguarda le donazioni del sangue, sicuramente non andiamo in carenza ma abbiamo bisogno di forze fresche”.

Quanti donatori sono presenti in Liguria al momento?

“In Liguria ci sono circa 50.000 donatori, la maggior parte dei quali sono donatori abituali. Si parla del 3% della popolazione, bisognerebbe aumentare la percentuale fino al 3-4%. Gli abituali si dovrebbero ricordare di venire almeno una volta all'anno a donare il sangue."

Dove finisce il sangue una volta che è stato donato?

"Il sangue viene spedito nei due poli di lavorazione della banca, uno a San Martino ed uno a Savona. Ogni sacca viene divisa in tre parti: globuli rossi, piastrine e plasma; quest'ultimo è la parte liquida del sangue ed è molto importante perché da esso si ricavano farmaci come l'immunoglobulina o l'antitetanica. L'Italia necessita di aumentare la produzione di plasma.”

Come si fa a diventare donatori?

“Basta essere maggiorenni, pesare più di 50 kg ed avere una buona immunoglobulina, che noi controlliamo in pronto soccorso; non è più necessario il digiuno ed è concessa una colazione leggera.  E’ preferibile prendere appuntamento per evitare assembramenti, poi si arriva al trasfusionale e si fa la donazione, che non ha quasi nessun impatto sull'organismo. E’ indolore  e dura appena 5 minuti. E’ importante anche per chi la fa, perché i donatori hanno contatto con un medico che effettua un monitoraggio generale sulla salute del donatore”

Imberciadori chiude lanciando un ultimo appello: “Vorrei che chiunque abbia esperienza di donazioni facesse pubblicità per spingere i giovani a donare. Si dovrebbe cominciare già dalle scuole”.