cultura

Con la cultura mangiano tante persone, non solo artisti e tecnici
2 minuti e 27 secondi di lettura
Con la cultura mangiano, o almeno mangiavano fino a qualche mese fa, tante persone. La chiusura dei teatri, infatti, fermi ormai di nuovo da più di 3 mesi non ha ripercussioni solo su artisti e tecnici, ma anche su negozi, ristoranti, alberghi e tutti coloro che operano nel turismo. Dal Festival dell'Arena di Verona a quello di Spoleto, la cultura porta indotto a diverse categorie. A Liguria 2021 si è parlato di questo settore con il soprano di fama internazionale Serena Gamberoni: "Qualche giorno fa ho preso un taxi e il conducente mi ha raccontato di come adesso la sera per loro sia l'orario più brutto. Un tempo lavoravamo grazie ai teatri", ha raccontato a Primocanale. "Ecco, i teatri creano lavoro: quest'estate la splendida Verona era deserta rispetto agli anni scorsi, quando il Festival attirava centinaia e centinaia di turisti italiani e stranieri". 


E mentre in Italia è difficile prevedere quando le platee torneranno a popolarsi di spettatori, in altri paesi i teatri hanno riaperto. E' il caso della Russia, che pochi giorni fa ha deciso di riaprire tutte le attività e tornare alla normalità nonostante i 20 mila casi di Covid giornalieri, ma anche quello del Giappone che seppur stia pensando di estendere sia lo stato d'emergenza per Tokyo sia il provvedimento che dal 26 dicembre ha chiuso le frontiere, tiene i teatri d'opera, bar e ristoranti aperti. "Addirittura i teatri sono aperti senza il distanziamento, c'è l'obbligo di mascherina e il divieto di esprimere gridando il proprio consenso, si può solo applaudire", racconta Gamberoni che conosce bene la situazione, dato che il marito e tenore Francesco Meli si trova lì in tournée da un mese. 


Resta ancora giù il sipario sulle aperture dei teatri in Italia: da una parte c'è il miraggio della zona bianca, in cui le regioni possono entrare soltanto se hanno l'Rt sotto l'1 e meno di 50 contagi settimanali ogni 100 mila abitanti per tre settimane consecutive, un dato per il momento irraggiungibile. Dall'altra c'è poi la 'data di scadenza' dell'ultimo Dpcm, ovvero il 5 marzo, data in cui si spera si potrebbe aprire uno spiraglio per il ritorno in presenza del pubblico in sala. Intanto c'è fame di cultura, come testimoniato dal sold out a Palazzo Ducale con la riapertura dei musei in zona gialla. 


Intano continuano le polemiche sul Festival di Sanremo e su questo gli artisti concordano tutti nel chiedere di riaprire tutti i teatri se si può tenere il Festival all'interno del teatro Ariston. "Amadeus ha fatto un caso nazionale sulla questione del pubblico in presenza: finalmente si è accorto di quello che noi artisti diciamo da un anno, ovvero che è difficile fare spettacoli in streaming senza nessuno in sala", commenta Gamberoni. "Quello che vorremmo è soltanto poter ripartire a fare il nostro lavoro come abbiamo sempre fatto".