cronaca

Possibile sospensione per un software
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Riprende nel tendone allestito nel cortile del palazzo di giustizia di Genova, l'incidente probatorio sul crollo del ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto del 2018 e costato la vita a 43 persone.



Lo scopo è quello di poter acquisire prove ed elementi utili che possano poi essere usati durante la fase di dibattimento. L'incidente probatorio proseguirà ancora fino al 3 febbraio, ma poi è previsto un rinvio fino al 18 febbraio. Tutta colpa di un software e dell'acquisizione del materiale della perizia da parte degli avvocati della difesa.


Sono stati infatti depositati alcuni modelli di calcolo, ma non è stato depositato il programma che viene utilizzato per elaborarli. Sia la difesa che l'accusa chiedono quindi che venga depositato anche il software di calcolo.


"Certo avremmo preferito che la sospensione non ci fosse ma già da ieri era nell’aria, tutti dovrebbero avere tutto il necessario nei prossimi giorni, ci prepariamo alle udienze ad oltranza dal 18 sperando di vedere chiuso questo capitolo importante quanto prima" ha detto Egle Possetti, presidente del comitato vittime del ponte Morandi.

L'incidente probatorio è iniziato ieri a quasi due anni e mezzo dalla tragedia. La perizia presentata dagli esperti Giampaolo Rosati, Stefano Tubaro, Massimo Losa e Renzo Valentini parla chiaro: "La causa scatenante è il fenomeno di corrosione a cui è stata soggetta la parte sommitale del tirante lato Sud-lato Genova della pila 9" e ancora, tra le cause profonde del crollo iniziato sin dalla sua progettazione rientrano anche "i momenti dei controlli e degli interventi manutentivi che, se fossero stati eseguiti correttamente, con elevata probabilità avrebbero impedito il verificarsi dell'evento". Niente controlli e niente interventi di manutenzione avrebbero dunque contribuito a causare la tragedia.


Primocanale ha seguito in diretta con i suoi inviati la prima giornata centrale nel percorso processuale per determinare i responsabili del crollo di ponte Morandi. Sono 71 più le due società gli indagati tra manager e tecnici di Autostrade per l'Italia, Spea (la società che faceva le manutenzioni), i funzionari del ministero dei Trasporti e i tecnici. Le accuse sono a vario titolo di disastro colposo, omicidio colposo plurimo, attentato alla sicurezza del trasporti, falso. Tra gli indagati anche l'ex ad di Autostrade per l'Italia Giovanni Castellucci (LEGGI QUI).


Anche il governatore della Liguria Giovanni Toti ha commentato l'avvio di questa nuova fase. "Spero che presto, a oltre due anni da quel 14 agosto, le famiglie delle vittime possano finalmente conoscere la verità e avere giustizia per i loro cari. Una tragedia non solo per Genova e la Liguria ma per l'Italia intera, che nessuno di noi potrà mai dimenticare".