cronaca

Il membro del Teatro Civico della Spezia: "Annus horribilis su piano economico e psicologico"
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Da Ponente a Levante il Festival di Sanremo anima il dibattito della Liguria e anche nello spezzino si alzano voci di forte disappunto e perplessità sullo svolgimento dell’evento. In tono critico interviene sul tema anche l’attore e regista spezzino Matteo Taranto, in concorso per il David di Donatello 2021 con il cortometraggio ‘Una Lettera’.




“Il 2020 è stato un annus horribilis sul piano economico e psicologico per il mondo della cultura e dello spettacolo -. Spiega l’attore e membro del direttivo del Teatro Civico della Spezia -. Premetto che non ho nulla contro il Festival di Sanremo e trovo che manifestazioni di questo tipo siano importanti e necessarie per dare la dovuta visibilità agli artisti emergenti”. 


“Tuttavia – prosegue il volto di film e serie tv televisive -, i teatri e i cinema si sono fermati nel rispetto delle regole imposte e dati alla mano da quanto riportato da Agis abbiamo avuto un solo caso di contagio durante il ripristino in sicurezza delle attività. Il Prefetto di Imperia ha ribadito la necessità rispettare le normative, ma di fatto si è cercata una soluzione in grado di eluderle”. 


Si è ricorsi all’escamotage dello studio televisivo, rendendo il pubblico parte delle riprese. Trovo tutto questo sprezzante verso le difficoltà e i sacrifici del nostro 
settore è una beffa rispetto a chi fino ad oggi si è impegnato a rispettare le normative e le limitazioni imposte. E’ aberrante anche l’idea che in platea ci sia un pubblico di figuranti pagati, si ribalta il concetto stesso del valore dello spettacolo al quale si assiste pagando” conclude l’attore spezzino.