salute e medicina

La riflessione della dottoressa Fossati sul polo Fiumara attivo dal lunedì al venerdì
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 “A marzo 2020 siamo stati travolti da uno tsunami che presenta ancora onde alte e lunghe. Quando finalmente la loro intensità si attenuerà troveremo molti detriti sulla spiaggia. Per rimuoverli sarà necessario un tempo molto dilatato e bisognerà modificare la prospettiva con la quale guardare la situazione. La spiaggia, come trasposizione simbolica del territorio, sta riorganizzandosi e adeguandosi, in continua evoluzione, alle criticità che si presentano di volta in volta. La sanità territoriale deve essere un punto di riferimento per la popolazione, soprattutto quella anziana che è fragile e sola, ed in Liguria i nostri anziani sono tanti. Nei mesi iniziali la paura li ha portati a riversarsi presso il pronto soccorso dei nosocomi genovesi per avere risposte e conforto. Ma, sebbene unica spiaggia non toccata pesantemente dallo tsunami, l’unica accessibile, era, e resta, il rifugio meno sicuro. Dobbiamo lasciare il punto di primo soccorso solo alle urgenze”.


Ad affermarlo è la dottoressa Federica Fossati, specialista cardiologo territoriale presso Asl3, DSS 9, Palazzo della Salute, Fiumara, rappresentante della branca cardiologia e diabetologia. Interviene su primocanale.it riguardo il tema del momento: i servizi sanitari di prossimità all’interno di un percorso promosso da molte anime e tra queste Arca, l’associazione regionale dei cardiologi liguri presieduta da Laura Casalino.


Questa nuova era economico-sanitaria presuppone l’impossibilità di tornare indietro, o meglio, non si potranno più utilizzare gli strumenti sanitari e le metodologie precedenti, diventate insufficienti e non adeguate. I bisogni dei nostri pazienti sono aumentati. La paura, la percezione di rimanere soli e il senso di morte si sono presentati, e hanno avuto un’azione destabilizzante nelle loro vite e difficilmente scemeranno in breve tempo. Le armi dell’attività specialistica territoriale, mai deposte, neppure nel lockdown, sono state potenziate. I cardiologi ambulatoriali territoriali, in supporto all’attività dei colleghi ospedalieri impegnati in prima linea, non si sono fermati davanti al virus e hanno continuato a dedicarsi all’assistenza dei pazienti. Tutto ciò nel rispetto delle norme di sicurezza indicate da Alisa attenendosi ai Dpcm nazionali” prosegue Federica Fossati.




Da qui l’avvio dell’intervista.



Quale è stato il ruolo dei presidi locali? 
“Nonostante la Sanità si sia trovata impreparata ha continuato non solo a curare, ma anche a prendersi cura dei pazienti. In particolare, il territorio ha cercato di non abbandonare i pazienti con patologie croniche (cardiopatia ischemica, diabete, Bpco) nonostante la dilatazione dei tempi di attesa e la contingentazione degli accessi in Asl, necessari a garantire il distanziamento sociale, e a evitare una più rapida propagazione dell’infezione Sars-Covid 19. L’attività territoriale Si è riorganizzata senza mai sospendere la gestione delle urgenze ma soprattutto delle cronicità. Ogni realtà distrettuale ha cercato di supplire ai deficit che si sono presentati”.

 

Nella sua realtà, Fiumara, quale la realtà? “La cardiologia della Fiumara ha continuato ad avere un’attenzione particolare per la popolazione anziana che, rispetto a quella più giovane, ha una maggiore difficoltà ad adattarsi alle nuove situazioni, e questa, la pandemia che stiamo vivendo, è un cambiamento notevole e sostanziale. Per tale motivo, ho pensato di attivare, parallelamente all’attività front office, un servizio di teleconsulto attraverso chiamate whatsapp con l’ausilio dei caregiver (figli, nipoti e coniugi) per dare una continuità assistenziale agli anziani per evitare l’inutile rischio di contagio nell’uscire dalle proprie abitazioni per recarsi presso gli ambulatori con lo scopo anche di alleggerire il lavoro dei medici di famiglia e ridurre gli accessi al pronto soccorso. Tutto sulla scia di quanto attivato dal 2015 presso il Distretto 9 ossia l’ambulatorio dedicato alla cronicità scompenso cardiaco, affiancata da personale infermieristico dedicato e qualificato, nella gestione di questa tipologia di pazienti. Tale attività non è stata mai sospesa. La mascherina, la visiera parafiato ed il camice plastificato non hanno spaventato i miei pazienti. Il timbro alto della voce non è stato frainteso: è stato correttamente interpretato come una attenzione e delicatezza nei loro confronti. Con la mascherina il labiale non è più leggibile per chi soffre di una patologia non irrisoria: il sentirci poco.


Quali i cambiamenti più significativi?

“E’ bastato parlare più forte e il paziente si è ritrovato in una situazione familiare, e ha riconosciuto nelle parole di affetto la mia figura, tanto da esclamare “ma è lei Dottoressa!” Non dobbiamo dimenticare che la paura ha peggiorato lo stato clinico dei pazienti e che il solo vedere e riconoscere un volto familiare fa sentire subito meglio, ancora più che un aggiustamento terapeutico”.


Il Palazzo della Salute Fiumara è nato come prima casa della Salute della Asl3. Oggi quale la situazione in quel complesso?

“Il paziente cardiopatico ed affetto da scompenso cardiaco che accede alla Casa della Salute viene “inserito” in un percorso dedicato e facilitato che evita il “fenomeno del pendolarismo”. Qui, l’esecuzione della visita cardiologica, degli esami di laboratorio (laddove urgenti eseguibili anche in giornata presso la struttura) e la presa in carico delle sue comorbilità si possono gestire con un solo accesso alla struttura. A tal riguardo è stato attivato un percorso preferenziale per il paziente cardiologico e diabetico (Pdta cardiometabolico). Esso prevede, in presenza di segni di instabilità, l’effettuazione di una rivalutazione plurispecialistica. Il paziente viene valutato con una visione olistica a 360° ed esce dalla struttura con una nuova terapia, adeguata e corretta in base alla situazione clinica riscontrata, con gli appuntamenti (a breve o lungo termine) già calendarizzati a Cup. La figura del cardiologo territoriale, anello della rete ospedale e territorio, garantisce, in sinergia con i colleghi ospedalieri, la continuità e la bidirezionalità del percorso fatto dal paziente: dal territorio all’ospedale di riferimento (Ospedale Padre Antero Micone di Sestri Ponente e Villa Scassi di Sampierdarena) e ritorno. L’attività si è adattata alle nuove esigenze e sta continuando a dare risposte alle problematiche dei pazienti cardiologici”.