cronaca

"Mettiamo i ragazzi nella condizione di imparare: la scuola è empatia, socialità, dibattito"
2 minuti e 10 secondi di lettura
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di *Eva Bacchetta, mamma di un ragazzo adolescente, proprio nel giorno in cui gli studenti delle scuole superiori sarebbero dovuti tornare in classe, prima di ricevere un altro rinvio da parte del Governo all'11 gennaio. E in alcune regioni la Dad continuerà persino fino a febbraio (LA SITUAZIONE). 

Sono la mamma di un ragazzo adolescente
che con grande entusiasmo e buona volontà si è affacciato ad iniziare un nuovo ciclo della sua vita scolastica: la prima liceo. Un ragazzo come tanti altri, con pregi e difetti, ma un ragazzo con dei valori insegnati dalla famiglia, un ragazzo e un cittadino con dei doveri ma con anche dei diritti: uno fra questi quello allo studio e all’istruzione che non sente più, che tra le sue mani gli sta scivolando come i granelli di un pugno di sabbia.

Sono la mamma di un ragazzo adolescente che con parole di coraggio e di ardore ha presentato al proprio figlio il mondo che gli si stava aprendo, quello delle superiori, un periodo della vita scolastica di un individuo molto formativo, un periodo dove si vedono rafforzate le amicizie i legami alcuni dei quali ti porterai dietro per tutta la vita, un periodo dove scopri l’amore per il sapere, l’entusiasmo e l’interesse per cose nuove, il confronto con i coetanei, le sconfitte e le vittorie, i primi amori... Un mondo nuovo, un mondo bello.

Sono la mamma di un adolescente e le mie parole non vogliono essere un'accusa nei confronti di nessuno, le mie parole non offrono una soluzione, ma qualcosa deve essere fatto: è una richiesta di aiuto. Aiutate i nostri ragazzi a crescere, ridate ai nostri ragazzi, in sicurezza, la loro adolescenza. 

Un grande scienziato e professore (ndr Albert Einstein) ha detto: "Non insegno mai nulla ai miei alunni. Cerco solo di metterli nella condizione di imparare". I ragazzi devono tornare a scuola, la Dad non può essere un progetto a lungo termine così come sta avvenendo ad oggi; rischiamo di perdere ogni progetto sociale e didattico.


E non mi vengano a dire: Chi vuol studiare lo fa lo stesso! No! La scuola non è solo un’arida trasmissione e divulgazione di programmi ministeriali, e gli insegnanti non sono meri ripetitori del loro sapere. La scuola è empatia, socialità, dibattito, discussione, confronto, ostacoli duri da superare, lacrime e sorrisi. Solo amando la scuola si può imparare, solo mettendo gli alunni nella condizione di apprendere si può farli domani diventare uomini!