cronaca

Dopo la sperimentazione in via XX Settembre, si torna a discutere sul tema
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 Apertura intermittente per i negozi, che in questi giorni di zona arancione, hanno potuto riaprire ai propri clienti per gli ultimi acquisti dell'anno o il "cambio" dei regali. Ma è tempo anche di bilanci e i dati del 2020, così come dell'ultimo mese, sono da dimenticare. "Abbiamo cercato di rimediare ai danni di un 2020 disastroso", racconta Manuela Carena, vice presidente di Federmoda Genova, "ma comunque abbiamo registrato un calo del 20% sugli acquisti nel mese di dicembre: è un Natale da dimenticare e queste aperture e chiusure non facilitano le cose, ma confondono le persone". 

Il tutto accade soprattutto a danno dei piccoli negozi di quartiere, presidio sul territorio oltre che luoghi di tradizione, mentre i grandi colossi online acquistano sempre maggiore spazio sul mercato. "Quello che chiediamo è solo una tassazione più equa: in questo 2020, tantissimi hanno creato il proprio sito online, l'e-commerce e il social selling, ma comunque la disparità con le grandi aziende di distribuzione come Amazon è acuita da queste differenze". 

E intanto la "sperimentazione" di Via XX Settembre pedonale per consentire il distanziamento torna a far discutere, dato che nei piani del Comune di Genova ci sarebbe all'orizzonte anche quella definitiva tra via Roma e via XXV Aprile. Qualche settimana fa, infatti, si è fatto un esperimento con la via principale del centro aperta del tutto ai pedoni, fuorché una corsia centrale per gli autobus, in modo tale da evitare di chiudere i negozi in pieno shopping pre natalizio, ma al tempo stesso consentire il mantenimento delle distanze in periodo di emergenza Covid. Ma se quello era un esperimento, quella del triangolo d'oro è una ipotesi concreta, avanzata già da qualche anno. 

Bucci studia il 'triangolo d'oro' pedonale in via Roma e piazza Fontane Marose - IL COMMENTO

"Secondo noi commercianti, la pedonalizzazione può essere una soluzione piacevole dal punto di vista estetico e urbanistico, ma non aiuta i negozi", spiega Carena. "Genova non è Amsterdam e, prima di chiudere al traffico privato, bisogna fare tanti interventi sul trasporto pubblico locale: non è una città di giovani, non ancora, e bisogna agevolare il più possibile la clientela a fare acquisti in comodità. Anche perché, altrimenti, sarebbe una battaglia persa in partenza contro Internet, dove ogni acquisto lo si può fare con un click seduti dal proprio divano".