cronaca

Il consiglio regionale della legislatura 2005-2010 era a guida centrosinistra
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Una gestione "opaca" con modalità confuse dei rimborsi elettorali attraverso documentazione "che nessuno controllava ma che confluiva nei rendiconti annuali". E' quanto scrivono i giudici del tribunale di Genova nelle oltre 700 pagine di motivazioni della sentenza con cui hanno condannato i 19 ex consiglieri regionali della Liguria accusati di peculato nell'ambito del processo per le spese pazze in Regione nella legislatura 2005-2010.

I magistrati sottolineano come le centinaia di "pezze giustificative" contestate non possano essere considerate spese attinenti all'attività politica. Si va dai libri, ai cd dei Pink Floyd o Led Zepplelin, fiori e vestiti, passando per gli alberghi di lusso nelle località sciistiche e trattamenti di bellezza e i videogiochi, oltre che i rimborsi per i viaggi e i taxi usati in città o i parcheggi a pagamento. "I tentativi di fare passare come spese collegate alle iniziative del gruppo consiliare sono risultati vani, oltre che imbarazzanti", si legge.

"In dibattimento si è tentato - sottolineano - di fare rientrare tali spese tra quelle collegate ai lavori del consiglio regionale sulla base degli interessi dei singoli consiglieri particolarmente 'attenti' ad argomenti trattati in zone turistiche della montagna francese o italiana... come se lo studio dei lupi del Mercantour o delle costruzioni di Livigno o delle aree verdi di Casei Gerola con la relativa migrazione di uccelli dovessero essere considerate missioni".


Il consiglio regionale della legislatura 2005-2010 era a guida centrosinistra con Claudio Burlando presidente. Le persone condannate abbracciano tutti i partiti: Michele Boffa (Pd) 19 mesi e dieci giorni, Ezio Chiesa (Pd) 17 mesi e dieci giorni, Luigi Cola (Pd) 20 mesi, Giacomo Conti (Rifondazione)19 mesi, Gino Garibaldi (Forza Italia) 20 mesi, Antonino Miceli (Pd) 17 mesi e dieci giorni, Cristina Morelli (Verdi) due anni, Luigi Morgillo (Fi) 18 mesi e dieci giorni, Minella Mosca (Pd) 14 mesi, Vincenzo Nesci (Rifondazione) due anni, Pietro Oliva (Fi) 18 mesi e dieci giorni, Franco Orsi (Fi) 18 mesi e dieci giorni, Gianni Plinio (Alleanza Nazionale) 13 mesi e venti giorni, Matteo Rosso (Fi) 13 mesi, Gabriele Saldo (Fi) 16 mesi, Alessio Saso (Fi) 23 mesi, Carlo Vasconi (Verdi) 16 mesi, Moreno Veschi 13 mesi.