salute e medicina

Ricciardi: "Super procedura per l'ok Aifa al vaccino
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I vaccini anti-Covid sono una grande opportunità per uscire dalla pandemia nel 2021. Lo pensano due italiani su tre nel sondaggio realizzato dall'Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento a pochi giorni dalla decisione dell'Ema, l'Agenzia europea dei medicinali. Alla stessa domanda, uno su quattro crede, al contrario, che si tratti di una illusione.

Per quanto riguarda la propensione a vaccinarsi, i cittadini si dividono: il 40% vorrebbe farlo il prima possibile. Il 44% preferirebbe invece attendere; intende vaccinarsi, ma non lo farà subito. Molto bassa invece la quota, solo il 16%, di quanti lo escludono nettamente. Tra i quesiti del sondaggio, anche uno che mette in correlazione la posizione politica degli intervistati e la vaccinazione: chi si dichiara sostenitore dei partiti di maggioranza è più propenso alla vaccinazione "prima possibile", mentre tra gli elettori delle forze di opposizione c'è una maggiore diffidenza.

Alla domanda sull'eventuale obbligatorietà della campagna vaccinale, l'opinione pubblica appare divisa: 4 su 10 pensano dovrebbe essere obbligatoria, mentre il 53% crede dovrebbe essere facoltativa. Infine, alla domanda sua cosa tema di più dei nuovi vaccini contro il coronavirus al primo posto si collocano i possibili effetti collaterali non previsti ed al secondo l'eccessiva fretta nella realizzazione.

"Vogliamo partire con i vaccini con Francia e Germania, forse faremo le prime vaccinazioni, poche dosi chiaramente, entro il 2020, e ogni persona che si vaccina è un muro nei confronti del coronavirus", ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà. L'Italia è pronta dal punto di vista logistico e sanitario alla campagna di vaccinazione? "Stiamo lavorando, siamo pronti, iniziamo con fine dicembre, non è che si conclude tutto con gennaio, le scorte arriveranno un po' alla volta", ha risposto il ministro D'Incà.

"Occorre agire rapidamente a livello politico per rendere il vaccino per il covid obbligatorio per il personale sanitario, in particolare per medici, infermieri e operatori sanitari. Questo per mettere in sicurezza gli operatori stessi e i nostri pazienti", il commento del responsabile della clinica di Malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti. "Non si può aspettare oltre, il rischio è di trovarci a marzo con molti vaccini destinati ai sanitari non utilizzati. Un rischio che non si può e non si deve correre. Maggiori saranno i vaccinati per il covid da gennaio a giugno, migliore sarà la qualità della prossima estate e del nostro futuro".

Nel frattempo è in corso procedura da record per il via libera dell'Agenzia italiana per il farmaco al vaccino dopo l'ok in Europa. Lo conferma Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza e docente di Igiene all'università Cattolica di Roma. Per Ricciardi l'autorizzazione dell'Aifa potrebbe arrivare anche "in 24 ore, si può fare". "I ministri di otto Paesi europei hanno concordato di coordinarsi in modo da partire tutti insieme. Dopo l'ok dell'Ema le agenzie nazionali approveranno rapidamente: da quel momento in poi i vaccini potranno essere somministrati sul territorio nazionale. Credo che dal via libera dell'Ema entro 24-72 ore si potrà iniziare a vaccinare". Il vaccino "verrà spedito subito dopo l'approvazione dell'Aifa, perché prima non potrebbe circolare. Ma visto che partirà dal Belgio, in due ore potrà essere in Italia", sostiene Ricciardi.

"Il nostro appello riguarda la prossima campagna di vaccinazione sulle cui lacune siamo già ampiamente intervenuti ma non smetteremo di farlo. Al commissario Arcuri chiediamo di rivedere i suoi piani per il bene dei cittadini italiani. Vengano chiamati a dare il loro apporto quei circa 30mila infermieri ambulatoriali, già impiegati, sia a tempo pieno che non, nel sistema sanitario nazionale. Si rivolga a loro il nostro Governo, per fronteggiare la massiva campagna di vaccinazioni dove non possiamo permetterci il minimo errore. Garantiamo loro, da subito, la possibilità di svolgere funzioni aggiuntive rispetto ai loro turni abituali e mettiamoli nella condizione di mettere al servizio della salute dei cittadini la loro già ampiamente maturata esperienza sul campo", commenta il presidente del Nursing Up, Antonio De Palma.

"Per quanto riguarda i vaccini,
Regione Liguria sta individuando le squadre mediche per la loro somministrazione che prenderà il via nella prima decina di gennaio, visto che l'omologazione del vaccino e' prevista nella giornata del 21 dicembre, in anticipo rispetto a quanto inizialmente riferito. Saranno i sanitari ad essere vaccinati per primi, insieme agli ospiti e al personale delle Rsa. Poi si passerà alla vaccinazione dei soggetti più fragili, cioè gli anziani che sono anche i più vulnerabili", ha concluso il governatore ligure Giovanni Toti.

IL RIPARTO PER REGIONI -
Prima la Lombardia con 304.955 dosi, ultima la Valle d'Aosta con 3.334. Il "riparto" della prima tranche di vaccini che sarà distribuita direttamente dalla casa farmaceutica Pfizer alle regioni è stato reso noto dal commissario straordinario per l'emergenza coronavirus Domenico Arcuri. Nel complesso, per questa prima tornata la cui somministrazione partirà forse il 6 gennaio dopo il "V-day" europeo entro il 2020, le dosi attese sono 1.833.975. La seconda fornitura garantita da Pfizer sarà di 2.507.700 dosi, che consentiranno nelle settimane successive di somministrare la seconda dose alle categorie prioritarie e di avviare la vaccinazione della popolazione più fragile.

Di seguito la ripartizione: Abruzzo 25.480, Basilicata 19.455, Calabria 53.131, Campania 135.890, Emilia Romagna 183.138, Friuli VG 50.094, Lazio 179.818, Liguria 60.142, Lombardia 304.955, Marche 37.872, Molise 9.294, Bolzano 27.521, Trento 18.659, Piemonte 170.995, Puglia 94.526, Sardegna 33.801, Sicilia 129.047, Toscana 116.240, Umbria 16.308, Valle d'Aosta 3.334, Veneto 164.278.