economia

La chiusura dei ristoranti alimenta le distorsioni dal campo al carrello
2 minuti e 9 secondi di lettura
Crescono i prezzi dei prodotti alimentari nel carrello con aumenti che arrivano al 5,6% per la frutta fino all'8,8% per le verdure ma nei campi e nelle stalle è speculazione al ribasso con il taglio ai compensi pagati agli agricoltori e agli allevatori per molti prodotti, dalla carne al latte fino alla frutta. E' l'allarme lanciato dalla Coldiretti sulla base dei dati Istat sull'inflazione a novembre in occasione dell'assemblea "L'Italia riparte dagli eroi del cibo" con la relazione del presidente nazionale Ettore Prandini e la partecipazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del Ministro per gli Affari Europei Vincenzo Amendola.

Mentre si registra un'accelerazione dei prezzi dei beni alimentari al consumo del +1,2% quelli pagati agli agricoltori e agli allevatori crollano. Casi emblematici sono quelli della frutta di stagione come le clementine che nelle campagne vengono pagati al ribasso ben al di sotto dei costi di produzione che sono in Calabria di almeno 35/40 centesimi al chilo. "I prezzi attualmente corrispostinon sono assolutamente remunerativi e si profila un crack senza precedenti per il settore nei territori tradizionali di coltivazione, dalla Calabria alla Sicilia fino in Puglia", sostiene la Coldiretti.

A pesare sono anche le chiusure o le aperture parziali di ristoranti, bar, agriturismi che, moltiplicando le offerte, ampliano la concorrenza aumentando le possibilità di scelta dei consumatori. "Una situazione che alimenta distorsioni e speculazioni che sono particolarmente a rischio nel periodo di Natale in cui si registra il picco della domanda alimentare da parte delle famiglie italiane e si preannuncia la possibilità di un nuovo lockdown per la ristorazione. Di fronte a una emergenza senza precedenti serve responsabilità con un 'patto etico di filiera' per garantire una adeguata remunerazione dei prodotti agricoli e privilegiare nella distribuzione il Made in Italy a tutela dell'economia, dell'occupazione e del territorio", ribadisce Coldiretti.

Per ogni euro speso dai consumatori per l'acquisto di alimenti meno di 15 centesimi vanno a remunerare il prodotto agricolo per effetto delle distorsioni e delle speculazioni che si verificano lungo la filiera a causa degli evidenti squilibri di potere contrattuale. "Una ingiustizia profonda che va combattuta rendendo più equa la catena di distribuzione degli alimenti che vede oggi sottopagati i prodotti agricoli spesso al di sotto dei costi di produzione senza alcun beneficio per i consumatori", ha evidenziato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che "per controllare e sanzionare comportamenti sleali serve individuare un organismo di controllo con competenze e mezzi adeguati, nell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentare funzionale".