Politica

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Marco Bisagno, attuale presidente di confindustria genovese, ha fatto sapere con un comunicato stampa, di aver confermato la propria intenzione di mantenere la candidatura per il prossimo mandato. C’è da domandarsi perché abbia sentito il bisogno di farlo sapere in modo così ufficiale, visto che già si era messo a disposizione nel caso in cui gli associati glielo avessero chiesto. Voci ufficiose, come ufficiosa è purtroppo la maggior parte di questa vicenda, parlano del timore che viste le indiscrezioni uscite sui giornali con susseguirsi di nomi e sante alleanze, Bisango abbia voluto specificare che non si è tirato indietro, neppure di fronte a un nome come quello di Vittorio Malacalza, sostenuto sembra da Riccardo Garrone, che avrebbe trovato anche un certo consenso da parte degli ambienti di Finmeccanica che avevano un loro nome da proporre, quello di Remo Pertica che invece ha lasciato. Bisagno si sa piace molto al mondo portuale mentre non piace ad altri perché accusato di aver curato troppo proprio il porto trascurando il resto. Intanto in questi giorni, capitanati da Ivan Drogo, alcuni imprenditori di piccole e medie imprese hanno chiesto al signore dei colori, Orazio Brignola, leader nel settore con l’omonima azienda, di candidarsi al vertice ma lui, dalla sua sede di Mignanego, ha detto no grazie, ho troppo da fare. Al massimo accetterei una carica minore, come presidente della sezione piccola industria ad esempio – ci spiega. E continua: ho chiamato i tre saggi e glielo ho spiegato. Faccenda chiusa. Prossimi passi: la commissione dei saggi, non si sa quando, provvederà a riferire al consiglio direttivo l’esito delle consultazioni tra le sezioni. Sempre, nella storia di assindustria genovese, è uscito solo un nome, questa volta forse lo scontro sarà diverso. E gli associati si troveranno di fronte a una coppia o terna di nomi. Segno della spaccatura.