
Per l'infettivologo genovese idee chiare anche sulla scuola. "Sono sempre stato dell'idea che le scuole non andavano chiuse, basta vedere il resto d'Europa" dove "nessuno le ha chiuse. O pensiamo di essere i più furbi, o dovremmo guardare a chi fa meglio di noi. Io credo si debba tornare a scuola con tutte le misure di sicurezza. Nelle scuole secondarie i ragazzi sanno che indossare la mascherina è fondamentale. Certo serve ragionare sui trasporti pubblici locali, magari ipotizzando che nella fascia oraria 6:00-8:30, in cui si spostato i liceali, gli anziani dovrebbero rimanere a casa. Ma questo fa parte dell'organizzazione della società in tempo di emergenza. Cosa fatta in altri Paesi, ma da noi no", ha ribadito Bassetti.
Sulla riapertura delle scuole scuperiori il 9 dicembre si è espresso in modo favorevole l'ex ministro Graziano Delrio (Pd). Contrario invece il governatore Giovanni Toti, che punta al post Epifania. "Ma chi può avere la strampalata idea di riaprire le scuole il 9 dicembre? Ma vi pare un dibattito normale? Per un assurdo puntiglio di un ministro, per un po' di visibilità, dovremmo riaprire le scuole superiori per 7, dico 7, giorni al netto del fine settimana, così da dover mettere in isolamento gli eventuali positivi proprio a Natale. O avere ragazzi che porteranno il virus alle cene di famiglia, proprio quando gli ospedali sono più vulnerabili, con parte del personale in ferie".
E tutto questo mentre "ristoratori, pizzaioli, alberghi, bar, lavoratori del comparto della neve e molti altri non sanno ancora quale sarà la loro sorte. Ma lo sa chi alimenta questo dibattito che il mese di dicembre vale gli incassi, e dunque lavoro e occupazione, pari ai mesi di novembre, gennaio e febbraio messi insieme? Allora in un Paese serio si programmerebbe di lasciar lavorare nelle settimane di Natale quelle imprese che oggi stanno pagando il prezzo piu' alto e rischiano la chiusura", ribadisce Toti.
Nel frattempo la petizione "da parte dei medici e degli operatori sanitari per la urgente necessità di adottare criteri standardizzati su base Nazionale per il trattamento ospedaliero/domiciliare dei pazienti affetti da Covid-19, stratificati per classe di rischio" ha superato abbondantemente le seimila firme in pochi giorni e naviga spedita verso e 10mila adesioni. Un sostegno tra colleghi "per difenderlo dalla macchina del fango", replicando di fatto a una analoga raccolta di firme contro la sua nomina a coordinatore della gestione dei pazienti Covid ferma da tempo a meno di 5mila firme. L'obiettivo della sottoscrizione 'pro Bassetti' mira a spingere il Ministero della Salute affinché si adoperi per adottare univoci criteri per il trattamento dei pazienti Covid 19 e che vengano applicati quanto prima. (CLICCA QUI)
IL COMMENTO
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