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Berlusconi dal canto suo ribadisce la linea di Forza Italia
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"Credo che tutti debbano rinunciare a qualcosa di partitico e di politico per il bene comune. Ritengo che faremmo cosa buona federare uomini, gruppi, idee di tutte le opposizioni per fare proposte comuni. Il senso è essere più efficaci e più compatti". Così il leader della Lega, Matteo Salvini, risponde a chi gli chiede  sulla proposta di 'federazione' del centrodestra lanciata nelle ultime ore. Una risposta a cui fa eco il governatore ligure Giovanni Toti. "Bene ha fatto l'amico Matteo Salvini a cogliere il suggerimento che gli avevamo dato all'indomani delle elezioni regionali e a lanciare un sasso nello stagno di un centrodestra che ha bisogno di essere ripensato".

Per Toti "il tempo è giusto. Dopo la guerra al Covid, arriverà il dopoguerra, con tutta la sua voglia di ricostruire, di cambiare, di tornare a crescere e lavorare, di costruire un Paese migliore". Per il governatore ligure però "sarebbe importante capire cosa si intende per federazione di centrodestra perché se, come talvolta appare, la proposta di una federazione dovesse servire a blindare la coalizione così come è, francamente sarebbe poco utile. Il centrodestra del futuro non è la federazione dei deputati e dei senatori che oggi siedono in Parlamento. I centrodestra del futuro saranno i deputati e i senatori che saremo in grado di eleggere nel prossimo Parlamento".

Silvio Berlusconi dal canto suo ribadisce la linea di Forza Italia
, e chiama a raccolta Fratelli d'Italia e Lega sottolineando che l'apertura all’esecutivo giallorosso non va interpretata come un "sostegno politico" e, soprattutto, non mette in discussione l'appartennza al centrodestra. I temi che il Cav mette sul tavolo, per dire sì alla manovra, sono un semestre bianco fiscale e contributi per due milioni di liberi professionisti finora esclusi dai ristori economici del governo. La disponibilità espressa da Berlusconi è stata accolta positivamente dal ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, che ha sottolineato  l'impegno a "lavorare insieme per trovare soluzioni nell’interesse di tutti gli italiani in questo momento di difficoltà".

L'apertura alla collaborazione istituzionale, in Forza Italia, non coincide con una apertura all'idea lanciata da Salvini di una federazione di centrodestra. Idea che non tutti tra gli azzurri hanno accolto di buon grado. "Mi sembra più una trappola che una proposta interessante. Condivido la definizione del collega Brunetta su 'opa ostile'" è l'opinione della deputata Vincenza Labriola. Non la pensano ovviamente così i capigruppo della Lega Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari: "A fronte di una maggioranza incapace di decidere, litigiosa e confusa mentre il Paese vive un momento drammatico per la tenuta economica e sociale, sarà un segnale importante riuscire a lavorare come opposizione costruttiva in un unico blocco in Parlamento, una federazione dei gruppi alla Camera e al Senato con proposte comuni".

Sui deputati passati da Forza Italia alla Lega "continuo a pensare che il vincolo di mandato è cosa buona e giusta ma se qualcuno in questo momento non si sente rappresentato dalla sua parte politica ed e' stato eletto grazie anche ai voti della Lega, ne prendo atto e credo che anche per questo servirebbe una federazione nel centro destra", ha chiosato Salvini. "Se questo centrodestra non saprà allargarsi nelle prossime amministrative sarà dura vincere in tante importati città che andranno al voto. Dunque augurando un futuro importante e molte vittorie al centrodestra aspetto di vedere cosa succederà. Se la federazione proposta servirà a blindare il vecchio centrodestra con i suoi riti, allora sarà solo un falsa partenza verso il futuro, e molte nuove energie cercheranno altrove la propria strada", conclude il leader di Cambiamo, Toti.

L'ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ricorda di aver visto "di peggio", quando, "nel 1994, appena depositata la lista elettorale che univa Lega e Forza Italia, Bossi se ne uscì con 'Berluskaiser'". E racconta: "Silvio Berlusconi stesso non capiva, mi chiamò sconcertato perché non riusciva nemmeno a parlare con il suo alleato. Quella di Salvini è una proposta visionaria e i tempi sono giusti". La cosa, secondo l'ex presidente della Regione Lombardia, "conviene a tutti", anche se è vero che il Cav "potrebbe considerare il fatto che il 2023 è lontano e lui perderebbe centralità, del resto lui è uno di quei manager che fa tutto per bene tranne preparare il cambio generazionale".

Poi c'è il fattore Giorgia Meloni, osserva Maroni, che "in questo momento è in forte ascesa, potrebbe sentire sotto attacco la sua leadership potenziale". Ed è evidente che "lei sta già accarezzando l'idea di diventare la prima donna premier d'Italia e lo fa proponendo modelli come Margaret Thatcher e Golda Meir, con tutto ciò che possa essere sotteso attraverso questi riferimenti". Quanto alla solidità della leadership di Salvini, Maroni conclude: "Non è in discussione, non è attaccabile, anche se è vero che ci sono due livelli di critica: quella dei vecchi militanti che partecipano alla vita delle sezioni per pura passione e che ora vedono quei luoghi svuotati e resi virtuali, e poi la critica politica diffusa per aver abbandonato alcuni temi propri del Nord, a partire dalla battaglia per l'autonomia. Ma si tratta di movimenti sotterranei che non mettono in alcun modo a rischio la sua leadership".