cronaca

Cozzi: "Frasi chiare ma da 18 mesi siamo fermi sull'incidente probatorio"
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Ipotesi fantasiose, "disquisizioni mirabolanti" sulle cause del crollo del ponte Morandi, mentre dall'altro lato "ci sono risultanze chiare sulla gestione della sicurezza autostradale". E' la constatazione amara del procuratore capo di Genova Francesco Cozzi sulla frase choc contenuta in una chat di Michele Donferri Mitelli, ex dirigente di Autostrade per l'Italia fnito agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sulle barriere fonoassorbenti pericolose. Ai domiciliari è finito anche l'ex ad Giovanni Castellucci e l'altro ex manager Paolo Berti. (CLICCA QUI)

Nella conversazione trovata dagli investigatori del primo gruppo della guardia di finanza, guidati dal colonnello Ivan Bixio, Berti proponeva, un mese e mezzo prima del crollo del ponte Morandi, di iniettare aria deumidificata negli stralli per togliere l'umidità. La risposta di Donferri è una prova schiacciante per gli inquirenti: "I cavi sono corrosi", scrive tranchant. A quel punto Berti risponde: "Sti c..., io me ne vado". Quella sulle barriere fonoassorbenti pericolose, non sostituite nonostante fossero progettate male e con materiale scadente per logiche di profitto aziendale, è solo l'ultima delle inchieste nate dopo il crollo del ponte Morandi. (CLICCA QUI)

Da quel 14 agosto di due anni fa, quando morirono 43 persone, i pm della procura hanno scoperto un sistema improntato al massimo risparmio per avere più utili da distribuire ai soci. L'inchiesta principale, che vede indagate 71 persone più le due società Autostrade e Spea, è a una fase cruciale del secondo incidente probatorio: entro fine mese i periti del gip dovranno depositare la relazione sulle cause del crollo. I pm hanno poi scoperto che i dirigenti e tecnici di Autostrade e Spea edulcoravano i report sullo stato di salute dei viadotti di quasi tutta le rete per non dovere procedere alle manutenzioni. A seguito del lavoro degli investigatori, la nuova dirigenza ha iniziato a ricontrollare le infrastrutture intervenendo dove necessario.

Il 30 dicembre 2019 una nuova tegola. In A26 crollano 200 tonnellate di volta della galleria Bertè, sfiorando gli automobilisti. Anche in quel caso la procura scopre che i controlli non venivano eseguiti correttamente e che i tunnel della rete non erano a norma. Anche in questo caso la società ha fatto partire una serie di lavori che hanno creato disagi e danni economici durante la messa in sicurezza della rete. Intanto non sono ancora stati fissati gli interrogatori dei tre ex dirigenti ai domiciliari e dei tre interdetti. Con ogni probabilità saranno in video collegamento per le norme anti Covid.

Arresti ex Autostrade, Castellucci ancora operativo: cercava nuovi soci per Atlantia - CLICCA QUI

E dalle carte dell'inchiesta emerge come ancora nel 2020, nonostante fosse stato licenziato da più di un anno da Autostrade, l'ex amministratore delegato Giovanni Castellucci cercava nuovi soci per Atlantia e aveva contatti con Sabrina Benetton. Come si sente in una telefonata di tra l'ad di Edizioni Holding Gianni Mion e l'ad di Atlantia Carlo Bertazzo in cui parlano di Castellucci. Scrive il gip che "dalla conversazione viene fuori che l'ex ad di Autostrade si sta adoperando, in accordo con Ermanno Boffa (marito di Sabrina Benetton) a cercare nuovi azionisti per Atlantia". Mion dice a Bertazzo che è meglio stare alla larga da Castellucci. "Ho detto a Boffa bisogna che lo molli. Castellucci si sta offrendo per creare aggregazioni per vendere Atlantia, per comprare Atlantia... che il giudice gli fa un, diciamo, non fa..." E Bertazzo risponde: "ma è pazzo questo. Gli converrebbe andare in Medio Oriente a questo!".