cronaca

E percepisce la Naspi nonostante continui a lavorare
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Michele Donferri Mitelli percepisce la Naspi pur continuando a lavorare per una società collegata ad Autostrade. E' quanto emerge dall'ordinanza che ha portato ai domiciliari anche l'ex ad della società Giovanni Castellucci. Secondo quanto emerso dalle indagini, dopo il licenziamento Donferri avrebbe iniziato a percepire il sussidio erogato dall'Inps per chi viene licenziato. I militari delle fiamme gialle hanno però scoperto che nel frattempo Donferri ha iniziato a lavorare per la società Polis Consulting srl collegata ad Autostrade per l'Italia. 

L'ex dirigente, sostiene il giudice, è in grado di inquinare le prove e di reiterare i reati prendendo in considerazione anche le pressioni fatte sull'arma in occasione dell'interrogatorio di Castellucci quando cercò di non sottoporlo alla pressione mediatica chiedendo a un amico militare di fare pressioni sull'arma di Genova per tenere lontani i giornalisti e quando provò a raccomandare il figlio di un dipendente Autostrade che voleva fare il concorso per i carabinieri.

"I cavi del Morandi sono corrosi". E' una ammissione choc, messa nero su bianco in una chat di WhatsApp, datata 25 giugno 2018, un mese e mezzo prima del crollo (14 agosto 2018, 43 morti). La cita il gip nell'ordinanza. La frase è conservata nel telefono di Michele Donferri Mitelli in un messaggio diretto a Paolo Berti, ex dirigente anche lui ai domiciliari. Berti aveva scritto a Donferri di iniettare aria deumidificata nei cavi del viadotto Polcevera per levare l'umidità. Donferri risponde che i cavi sono già corrosi e il suo interlocutore risponde "sti c..., me ne vado". Le interccettazioni rivelano che la gestione di certi servizi era improntata al risparmio per ottenere un maggiore profitto.

A febbraio 2020 Gianni Mion, presidente di Edizione, la holding dei Benetton, parla con Giorgio Brunetti, professore emerito della Bocconi. "Il vero grande problema è che le manutenzioni le abbiamo fatte in calare, pià passava il tempo e meno facevamo... così distribuivamo più utili... e Gilberto (Benetton, ndr.) e tutta la famiglia erano contenti", spiega Mion. Gli indagati parlano della qualità scadente del materiale usato per le barriere fonoassorbenti che "sono incollate con il Vinavil" mentre altre si sono "sbragate". E Donferri imposta la strategia per mettere una pezza alla errata progettazione delle strutture garantendo il massimo risparmio all'azienda che altrimenti avrebbe dovuto spendere 140 milioni di euro.

"Quante sono le ribaltine scese e quanti i Comuni che hanno rotto il c...? Solo Rapallo ha rotto il c...". E poi, ridendo: "Gliele abbiamo ritirate su e ci siamo inventati il criterio della manutenzione...". Sempre l'ex numero due parla con Berti e gli spiega di continuare a coprire Castellucci per "rivendicà tutto quello che c'è da rivendicà". "Attaccati al suo treno" dice Donferri a Berti "e soprattutto fai tesoro dell'attuale momento. Ho capito che sei stanco ma non gli puoi imputà a lui che ci sono stati 43 morti de qua (il crollo del Morandi, ndr) ... quaranta morti de là... siamo tutti sulla stessa barca".

Quanto alla barriere antirumore, il "progetto iniziale" redatto da Autostrade "era errato" e il problema "riguardava tutte le barriere integautos installate sulla rete" autostrale gestita dal gruppo. Lo ha fatto mettere a verbale un ingegnere ascoltato come testimone dai pm di Genova titolari delle indagini sul sul crollo del ponte Morandi. Il racconto dell'uomo, un ex consulente esterno di Autostrade per la realizzazione delle barriere fonoassorbenti, è ora agli atti di indagine ed è stata riportato nell'ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip Paola Faggioni, che ha portato all'arresto dell'ex amministratore delegato del gruppo, Giovanni Castellucci, finito ai domiciliari insieme a Michele Donferri, ex responsabile manutenzione del gruppo, e Paolo Berti, ex direttore centrale operativo.

Stando alla testimonianza dell'ingegere,
fu Donferri a decidere di "abbattere le ribaltine delle barriere" per "diminuire l'azione del vento sulle stesse e di conseguenza evitare il pericolo di ulteriori cedimenti", dopo quelli già avvenuti nel 2016 e nel 2017 sulla rete autostrale ligure. Il problema, ha rivelato un ingegnere di Autostrade testimoniando davanti ai magistrati di Genova, è che "le barriere integrate Integautos sono risultate progettate sottostimando l'azione del vento anche del 50%".