salute e medicina

Studio inglese: "Gli asintomatici perdono più rapidamente gli anticorpi"
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"Fare il tampone ai contatti stretti degli asintomatici è una di quelle cose che in questo momento possiamo lasciare da parte. Dobbiamo concentrarci soprattutto sui contatti stetti di chi arriva negli ospedali sintomatico. Queste persone, al di là del tampone, devono stare in quarantena per 10 giorni". Così Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova e componente della task force Covid-19 della Liguria, commenta la proposta avanzata dalle Regioni di non fare i tamponi ai contatti stretti degli asintomatici.

Bassetti ricorda che per contatto stretto
"si intende essere stati per almeno 10 minuti a meno di un metro di distanza dal positivo senza nessuna protezione. Tanta gente oggi viene messa in isolamento senza rispettare questa indicazione del ministero della Salute. Se non la rispettiamo, con la forte circolazione del virus, rischiamo di avere il 10-15% della popolazione italiana finito in quarantena", avverte l'infettivologo.

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"Bisogna che le persone stiano tranquille se i medici non gli prescrivono niente. Infatti, per la maggioranza dei casi asintomatici e poco sintomatici occorre usare unicamente gli antipiretici o gli antinfiammatori se vi è la febbre o altri sintomi blandi. Esattamente come si dovrebbe fare con l'influenza", scrive poi su Facebook il responsabile della clinica di Malattie infettive. "I protocolli per la gestione domiciliare dei casi covid sono molto semplici: se non si prescrive nulla, in molti casi è meglio. Il cortisone, gli antibiotici e l'eparina andrebbero riservati unicamente ai casi con polmonite più impegnativi. Quindi, se il medico non vi prescrive nulla, per la maggioranza dei casi sta facendo un ottimo lavoro". Ovviamente, "è importante monitorare l'evoluzione clinica nel tempo, anche per via telematica. Tutto questo rientra nell'imparare la convivenza con il virus. Le patologie che causa dureranno ancora per molto tempo e, comunque, ben oltre il vaccino. Solo con un atteggiamento maturo e responsabile da parte di tutti e con messaggi distensivi e rassicuranti potremmo uscirne", conclude Bassetti.

L'Alto Adige di fatto è la prima zona del Paese
a mettere in pratica la proposta delle Regioni avallata dal professor Bassetti: verranno testati solo i contatti stretti sintomatici dei positivi. "Dovremo ovviamente isolare i componenti del nucleo famigliare presso il quale si è registrato il caso positivo", ha spiegato l'assessore alla Salute della Provincia di Bolzano, Thomas Widmann. "Se questi ultimi dovessero risultare sintomatici, si dovrà eseguire il tampone rapido antigenico, mentre nel caso fossero asintomatici il tampone rapido o quello molecolare si eseguirà solo allo scadere del decimo giorno di isolamento. I contatti casuali dei positivi saranno testati invece solo al quinto giorno. Non più tre volte, ma una".

Nel frattempo uno studio britannico realizzato dall'Imperial College insieme a Ipsos Mori mette in luce che le persone asintomatiche hanno maggiori probabilità di perdere rapidamente i loro anticorpi rispetto a quelle che hanno manifestato i sintomi del nuovo coronavirus Covid-19. Dal 20 giugno al 28 settembre, le due organizzazioni hanno seguito 350mila persone selezionate a caso in Inghilterra, che regolarmente si auto-testavano a casa per vedere se avevano anticorpi al Covid-19. La percentuale di anticorpi nelle persone che sono risultate positive al virus è diminuita del 22,3% in tre mesi e del 64% in quelle che non avevano dichiarato di essere state affette dal Covid-19.

Lo studio sottolinea che, sebbene tutte le età siano interessate dalla perdita degli anticorpi, gli anziani ne soffrono di più: tra giugno e settembre la quota di persone over 75 anni con gli anticorpi è diminuita del 39%, mentre è scesa del 14,9% nella fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni. "Questo studio è un elemento cruciale della ricerca, poiché ci aiuta a capire come gli anticorpi Covid-19 si evolvono nel tempo", ha fatto notare James Bethell, sottosegretario alla Salute. Tuttavia, "non è ancora noto se gli anticorpi conferiscano un livello efficace di immunità o, se questa immunità esiste, quanto tempo dura", hanno sottolineato l'Imperial College di Londra e Ipsos Mori, che continuano a esortare tutti a seguire le raccomandazioni sanitarie.