cronaca

Dubbi anche sulla organizzazione dei nuovi orari da far combaciare con la propria routine
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 "L’ultima preoccupazione delle mamme è il virus, quello che fa più paura è che la scuola riapra per poi chiudere subito", così in una frase Sabina Calogero della Rete Commissione Mensa di Genova, ha sintetizzato quello che in molti genitori stanno vivendo in questi giorni di apprensione prima dell’inizio dell’anno scolastico. Non è mai stato così atteso e sofferto il primo giorno di scuola come quello del 14 settembre 2020, ma ormai ci siamo. Eppure restano ancora diversi interrogativi.


"Non dimentichiamo che le mamme nel lockdown si sono messe a disposizione dei propri figli, facendogli da insegnanti vere e proprie, e alcune di loro anche per questo hanno perso il lavoro. Adesso con questa (dis)organizzazione il rischio è di non riuscire a conciliare i nuovi orari familiari con quelli lavorativi". Non sarà di certo facile la nuova routine con gli ingressi scaglionati, specialmente per chi ha più figli. Ma poi c’è anche chi si chiede come faranno i più piccoli ad apprendere in una classe, dove anche il contatto tra alunno e insegnante fa parte della didattica, o ancora come i ragazzi all’inizio di un nuovo ciclo scolastico riusciranno a socializzare. 


"E poi sarà difficile spiegare a mio figlio che dovrà stare distante a scuola dall'amichetto del cuore con cui nel pomeriggio ha giocato al parco", è il commento perplesso di alcune madri come Mara Marchese che ha un bimbo iscritto all'asilo. "Comprendiamo le misure di sicurezza, ma bisogna anche pensare al benessere dei bambini: io ringrazio il fatto che in Liguria siano ripartiti i centri estivi, dato che ho visto mio figlio rinascere dopo tutti quei mesi in casa senza contatti con i suoi coetanei". 


Chat silenziose, ma ancora troppi dubbi per una scuola che non può non ripartire. Anche nell’imperiese diverse famiglie hanno richiesto di far tornare in classe i bambini in sicurezza, ma senza ricorrere alla didattica a distanza. Persino i ragazzi non vedono l’ora di tornare a scuola, anche se esigono delle risposte, come hanno ribadito alcuni scesi in piazza Matteotti a Genova. "Per noi il 14 settembre dovrebbe essere un giorno di festa perché dopo 7 mesi ci ritroviamo con insegnanti e compagni, ma rischia di non essere così perché ad oggi non abbiamo ancora diverse risposte", ha spiegato Valentino Ferrari, studente del liceo Da Vigo di Rapallo. "Per il momento personalmente so soltanto che per la prossima settimana farò solo tre ore di lezione al giorno e senza libri di testo".