cronaca

Continua lo scontro tra Ministero e Autostrade
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La fase emergenziale dei controlli e degli interventi nelle gallerie liguri terminerà tra l'8 e il 9 agosto, ma per ripristinare completamente i 285 tunnel liguri serviranno tra i 5 e 10 anni di lavori con nuovi disagi anche se pianificabili.

In un'intervista a Primocanale il Direttore Gestione Reti di Autostrade per l'Italia Enrico Valeri conferma le date fornite dal Ministero sul termine degli interventi e il ritorno alla normalità sulle autostrade da loro gestite, ma lascia intendere che i cantieri, seppur meno disagevoli di quelli che finora hanno paralizzato la nostra regione, non finiranno.

"Inutile negare che ci saranno attività e cantieri per i prossimi 5-10 anni, saranno cantieri pianificabili, ma stiamo parlando di attività impattanti - dichiara Valeri - Il modello di intervento prevede non soltanto la manutenzione conservativa ma anche un percorso di riqualifica strutturale per ridare alla galleria una vita più ampia. Questo significherà soffrire di qualche cantiere in più nei prossimi 5 anni massimo 10 anni".

E su questo tema è confermato il tavolo di confronto che verrà aperto in  prefettura a Genova per stilare un cronoprogramma. Il ritorno alla normalità in Liguria annunciato per il fine settimana del 8  e 9 agosto è comunque in ritardo rispetto a quanto dichiarato in precedenza e per il quale il Ministero ha fatto scattare una contestazione.

"Il 28 era un termine che ci eravamo imposti per completare le ispezioni - racconta il direttore della Gestione Reti di Aspi - Statisticamente sapevamo che c'erano dei rischi e l'aggiunta di una quindicina di gallerie da ispezionare negli ultimi quindici giorni ha comportato un allungamento dei tempi. Possiamo ora traguardare la fine dei controlli e della messa in sicurezza tra il 7 e l'8 agosto. Per conclusione intendiamo il completamento delle attività di manutenzione e la rimozione degli scambi di carreggiata".

La contrapposizione tra Ministero delle Infrastrutture e Autostrade per l'Italia resta sul tavolo
per varie ragioni. Nei toni Valeri prova a smorzare, ma sui temi che già Roberto Tomasi Ad di Aspi aveva sviscerato nella chiacchierata a Primocanale con l'ex senatore Maurizio Rossi, conferma divergenze. Per esempio sul cambio delle regole nel corso dei controlli e degli interventi nelle gallerie.

"Ci sono carte e atti che parlano
ma noi rischiamo di focalizzarci su un tema secondario rispetto alla sostanza dei fatti: non c'è mai stata una contrapposizione tra noi e il Ministero su quanto c'era da fare per le gallerie - sottolinea perentoriamente Valeri - Abbiamo compiuto un  percorso comune. Il protocollo di cui parla l'ispettore del Ministero Placido Migliorino, approvato a maggio, è stato proposto dalla nostra società. Con questo manuale noi ritenevamo di avere superato la famosa circolare del 1967, circolare generata da un disatro come il crollo del ponte di Ariccia. Questo documento prevede una determinata tempistica nei controlli. Visto che il manuale da noi proposto ed approvato dal Ministero delle Infrastrutture era molto più radicale e profondo in termini di indagine per le gallerie, noi ritenevamo che potesse assolvere e superare le prescrizioni della medesima circolare del Ministero".

Ed ecco poi il nodo della questione


"Alla fine di maggio , e questo è innegabile - racconta sempre Valeri - il  Ministero con una posizione formale richiama la necessità di ottemperare non soltanto al manuale proposto da noi e approvato dal  Ministero, ma anche quanto contenuto nella circolare in un'interpretazione letterale più rigorosa: in altre parole le gallerie dovevano essere 'nude' ogni tre mesi e cioè ogni tre mesi andavano smontate le onduline e fatte verifiche. Lei capisce che se noi dovessimo smontare e rimontare i circa 400mila mq di onduline, presidio indispensabile per garantire il convogliamento delle acque con la cadenza suggerita, condanneremmo la Liguria e gli altri territori ad una cantierizzazione continua mentre con il nostro protocollo prevediamo
di smontarle e rimontarle annualmente ".

La contrapposizione tra Mit e Aspi contina ed è destinata a protrarsi  anche perché Autostrade per l'Italia continua a manifestare la sensazione di essere stata trattata in Liguria in modo diverso rispetto ad altri concessionari autostradali.

"Le disposizioni che ha fatto il Ministero nei confronti della società  sono state omogenee - esordisce sul tema il direttore della Gestione Reti di Autostrade per l'Italia - Però da alcune note che ci siamo scambiati con gli altri concessionari non ci è sembrato di vedere uno stesso allineamento delle tempistiche prescritte. Non sono però in grado di entrare nel dettaglio del dialogo tra il Mit e questi altri concessionari".

Nel confermare che il 5 agosto il nuovo Ponte Genova San Giorgio sarà in gestione ad Autostrade, Valeri poi si congeda con una riflessione su
quanto accaduto il 14 agosto 2018 e alle 43 vittime.

"L'animo dei nostri 7mila dipendenti - conclude - ha avuto una ferita  indelebile da quella tragedia. Spero che la frattura creata con la
cittadinanza ligure possa essere ricomposta attraverso il duro lavoro e non con le parole".