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Il Genoa a Torino ha confermato che la salvezza è ancora più difficile dell’anno scorso. Un incubo che ritorna come nella sera di Firenze. I rossoblù domenica con il Lecce sono all’ultima spiaggia: vittoria d’obbligo e potrebbe persino non bastare visto il calendario dietro l’angolo. La situazione è seria anzi grave.

Giocatori irriconoscibili, società silente e i tifosi ancora una volta traditi distanti e quasi rassegnati. Quando il Grifone arriva a questi punti di solito l’ambiente diventa una polveriera e non è un danno. Ora complice le giuste regole anti Covid c’è una barriera di vetro tra Perin e compagni che mette tutto il Genoa in una melassa comoda ma drammatica. La squadra vive senza pressioni, Preziosi a Capri a cantare e pubblico a casa che non batte un colpo e si rassegna a leggere che su Instagram o su Twitter i giocatori sono tigri in vista del prossimo match ma gattini in campo il giorno prima. “Mai più sofferenze” aveva promesso Preziosi dopo la notte da infarto di Firenze con le orecchie a Milano per capire cosa stesse facendo l’Empoli. Tutto uguale.

Stavolta c’è il Lecce a togliere il sonno. Certo la sospensione del torneo per il virus ha fermato sul più bello la rincorsa di Nicola, ma alibi non ce ne sono. Qui il problema è che non si incazza più nessuno, è stato tolto il midollo alla gente, c’è atarassia intorno a un Genoa che ha meno punti dell’anno scorso. L’illusione di alzare la testa è durata pochissimo, poi il nulla: tre allenatori, 6 attaccanti con il leader Pandev che ha trentasette anni l’unico a fare qualche gol. Schone che pare un turista scocciato, Soumaoro che dopo la vicenda che ha visto il suo procuratore chiedere il pagamento al club per il lavoro di transazione col Lille è sparito dai radar, tanti giocatori in prestito e quindi forse non motivati. Mille le ragioni dell’ennesimo tracollo.

Ora è tutto tremendamente difficile. Preziosi l’inaffondabile in tredici anni di serie A ha evitato la serie B all’ultimo minuto o quasi 4 volte, costa poco credere all’ennesimo miracolo, peraltro possibile, ma poi? Ai genoani è stato tolto tutto, persino la critica. Domenica si pensi all’orgoglio di una tifoseria straordinaria senza la quale squadra e dirigenza, si è visto in questo mese, non vanno da nessuna parte. Rispetto per favore, certe cose in campi è fuori non vanno in quella direzione.