
Dalle prime parole emerge la figura di un pastore che, per prima cosa, vuol mettersi umilmente in ascolto della realtà locale. "A me piacerebbe che i media potessero mettere a fuoco, più che la figura del Vescovo, la figura della Chiesa di Genova. Quando mi chiedono: 'Cosa pensa lei su questa questione o su quell'altra situazione?', mi viene da rispondere: 'Non è meglio indagare su cosa pensa la Chiesa di Genova di tali questioni?'. Direi addirittura: non cercate i progetti o i sogni del vescovo, ma i sogni e i desideri della Chiesa".
Inoltre, ha aggiunto: "Spero di avere la grazia di esprimere sempre la verità con tanta carità, e soprattutto di non attirare riflettori sulla mia persona, ma su quella di Gesù e sulla Chiesa, che ha tempi diversi e metodi diversi da quelli della notizia data in fretta, tempi più lunghi per la consultazione e il discernimento. Per questo chiedo di aver pazienza se non sarò un vescovo che rilascia tante interviste o dispensa estemporanei 'pareri'. Preferisco arrivare alle conclusioni con un metodo ecclesiale per cui cercherò, alla fine, di essere la 'bocca' di questa Chiesa che si esprime".
IL COMMENTO
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Caro Franco pensiamo noi a Colombo e a Taviani