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L'omaggio per il coraggio di aver organizzato comunque la mostra
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Torna la street art come protagonista a Palazzo Ducale. Dopo la mostra di Banksy, questa volta nel sottoporticato è il turno di Obey. 60 le opere che si potranno ammirare in tutta sicurezza secondo le norme di distanziamento sociale. Così, fino da sabato 4 luglio al primo novembre si potrà conoscere uno degli artisti contemporanei più amati dai giovani e non solo. “Sarà un modo per richiamare anche turisti dalle regioni limitrofe, che spesso sono sensibili a questi allestimenti”, è l’augurio di Serena Bertolucci, direttore di Palazzo Ducale. “Anche se non è facile in questo periodo arrivare a Genova, penso sarà uno spunto in più per scegliere da fuori di venire nella nostra città”.

Uguaglianza, libertà e speranza: sono queste le parole chiave che accompagnano alcuni dei volti-manifesto più noti, da Obama a Angela Davis, figura fondamentale per il movimento afroamericano degli anni Settanta. Fino alle donne di oggi, quelle che hanno combattuto in prima linea contro il Coronavirus. E proprio quest’ultima opera, “Valor and Grace”, resterà a Genova. “Abbiamo pensato di lasciare un ricordo di questa mostra a Palazzo Ducale per il coraggio di aver riaperto subito dopo il lockdown e di aver organizzato comunque ‘Obey fidelity, the art of Shepard Fairey’”, ha commentato Pietro Folena, presidente di Metamorfosi che ha collaborato nell’allestimento. “Per combattere le conseguenze dell’emergenza sanitaria la cultura è un’arma vincente”.

Bollini rossi, misuramento della temperatura, igienizzante e mascherina: le misure ormai sono già note. “Per il distanziamento non lo vedo come una cosa negativa, dato che consente di apprezzare le opere senza l’accalcamento che si verifica di solito”, ha commentato il curatore Gianluca Marziani. “Siamo felici di aver ospitato prima Banksy e poi Obey nel giro di un anno. Sono due artisti contemporanei che hanno influenzato molto gli ultimi anni, basti pensare al celebre Obama di Obey che da un lato ha reso ancora più famoso l’artista, dall’altro ha portato il poi presidente degli Stati Uniti d’America a vincere le elezioni”.

Ma lo spazio del museo si apre anche alla città e dialoga con il quartiere di Certosa, rinato grazie ai murales realizzati da artisti internazionali che hanno partecipato al progetto On the Wall. “Proprio in questi giorni un artista di calibro internazionale, Tellas che ha origini sarde, sta portando a termine un murales di 150 metri di lunghezza e 15 di altezza”, racconta Maurizio Gregorini, cultural manager del comune di Genova. “Il fil rouge della street art che lega il Ducale con la Valpolcevera permette di attirare comitive di turisti e genovesi che dal centro città a qualche fermata di metropolitana possono ammirare le opere realizzate sui nostri palazzi”.