cronaca

Dopo la paralisi totale a Genova per oltre sette ore
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Una mattinata di ordinaria follia vissuta da migliaia di persone, incolonnati sulle strade del ponente cittadino. Tre, quattro ore per raggiungere Voltri da Sampierdarena. E’ solo l’ultimo atto di una farsa, una vicenda senza senso che sembra essere guidata da una mano invisibile. Ma la realtà è un’altra: le code sono state provocate da un tratto di autostrada chiuso, da Genova Aeroporto a Pra’. Tutta la viabilità leggera e pesante si è riversata in città. La società concessionaria, Autostrade per l’Italia, aveva comunicato la chiusura prevista fino alle sei del mattino. Poi, nel cuore della notte, ha fatto sapere che i lavori si sarebbero protratti fino a tempo indeterminato, il tempo di creare uno scambio di carreggiata, arrivato oltre le ore 13. Per sette ore a Genova c’è stata la paralisi totale.

Il tutto per i noti lavori legati alle ispezioni imposte giustamente dalla Procura della Repubblica per la sicurezza delle gallerie. Lavori programmati con colpevole ritardo dal Ministero delle Infrastrutture, ma che sono soprattutto frutto di anni in cui la manutenzione delle autostrade liguri sembra essere stata completamente dimenticata.

Ecco perché è bene ricordare che ad oggi il concessionario è sempre Autostrade Per l’Italia ed è per forza il primo responsabile di quanto sta accadendo, oltre ad essere la società che incassa i pedaggi di tutti gli automobilisti, compresi quelli che trascorrono ore in coda, che pagano profumatamente perché le tariffe sono state corrette al rialzo per garantire la manutenzione. Ma questa manutenzione evidentemente non è ancora stata fatta.

Autostrade è il concessionario, deve garantire la manutenzione dell’infrastruttura e potrà spiegare per quale ragioni non è stata messa in sicurezza la galleria di accesso al nuovo viadotto sul Polcevera. Una galleria non utilizzata per due anni. E che ora, si dice, deve essere oggetto di interventi di messa in sicurezza e che quindi potrebbe far slittare l’inaugurazione del ponte. Sembra uno tragico scherzo, ma è solo un’altra pagina vergognosa di una storia che Primocanale, con il nostro editore Maurizio Rossi in prima persona, continua a raccontare per far comprendere ai cittadini, ma anche alla classe dirigente della Liguria e non solo, che serve una mobilitazione vera che sia politica e legale.

E’ solo l’inizio di un altro weekend che rischia di avere conseguenze pesantissime per il turismo, per l’economia, per la salute dei cittadini costretti a rimanere intrappolati in macchina. La Liguria, oggi isolata e maltrattata, merita un risarcimento.