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Resta altissima la tensione fra i club e Gravina dopo il voto di lunedì in Consiglio Federale
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 Entro il 20 giugno, data della ripresa del campionato di Serie A, dovranno essere definite le modalità e le regole per gli spareggi scudetto e salvezza, indicati dal Consiglio Federale come piano alternativo al completamento della stagione, in caso di nuovo stop per ragioni sanitarie.


La Lega di Serie A (a sinistra nella foto il presidente Paolo Dal Pino, a destra il patron Figc Gabriele Gravina), unica componente del movimento contraria in sede di Consiglio Federale a spareggi e algoritmo, potrà presentare una propria proposta, che terrà conto della necessità di evitare iniquità sportive.
Potrebbero essere stabiliti criteri restrittivi riguardo alla classifica, come accade per i play off di Serie B, che non vengono disputati in caso di una distanza di 10 punti fra la terza e la quarta: sarebbe un modo per salvaguardare eventualmente i risultati ottenuti sul campo fino allo stop. La sola cosa certa è il termine del 20 giugno, il resto è tutto ancora in gioco.

Il voto di lunedì ha determinato una spaccatura che potrebbe essere irreversibile, tanto che i club tornano a pensare al modello inglese e dunque a una possibile separazione dalla FIGC. In Lega adesso molte società pensano ad uscire dalla Federcalcio e guardano a Gravina come un nemico. La Lega di Serie A non appoggerà ovviamente la sua ricandidatura e non voterebbe neppure Sibilia, attuale presidente della LND ma con un profilo troppo simile a Gravina. Servirà un candidato trasversale che raccolga consensi anche tra le altre componenti del consiglio.