cronaca

Il crollo della struttura sul Magra lo scorso 8 aprile
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Ci pensano gli antidolorifici a lenire il male causato dalle conseguenze fisiche di quello che non può essere certo definito semplicemente un incidente stradale. Sono passati due mesi esatti dal crollo del ponte di Albiano Magra avvenuto la mattina dell'8 aprile in territorio toscano proprio al confine con la Liguria. Andrea Angelotti in quel preciso momento si trovava proprio sopra il ponte con il suo mezzo al lavoro per consegnare pacchi. E' infatti un corriere della Bartolini che in quei giorno di lockdown era operativo tra la Liguria e la Toscana. In un attimo, all'improvviso il crollo. Andrea si è salvato e a due mesi di distanza racconta quello che ha provato e soprattutto il percorso di riabilitazione iniziato dal giorno dopo l'operazione alla schiena.

"Sono stati due mesi di riposo assoluto, ho un busto speciale che porto dalla data delle dimissioni dall'ospedale, sto cercando di tornare alla normalità dal punto di vista fisica. Mi hanno messo le viti nella schiena, cerco di muovermi e di tenere a bada i dolori che sono costanti e molto forti". I tempi per la piena ripresa fisica sono ancora lunghi, nella caduta Andrea ha infatti subito la frattura di una vertebra e anche la colonna vertebrale si è spostata. "Eseguo controlli periodici, ci vorranno ancora due-tre mesi, poi l'anno prossimo dovrò sottopormi a un altro intervento per togliere l'impianto che mi hanno messo nella schiena" racconta ancora Andrea. Dimenticare quella mattina è impresa impossibile.

Accanto a lui ad assisterlo in ogni momento c'è la moglie Sara che di fatto oltre al figlio ora è come se avesse un altro bambino da accudire: "Da quel giorno la vita è cambiata, ora oltre a mamma sono diventata anche infermiera, 24 ore su 24 - racconta con commozione -. Andrea si alzava, andava a lavorare invece di punto in bianco è stato costretto a restare casa senza poter fare nemmeno le cose più semplici. E' stato davvero un tuffo in una nuova vita".

E il ponte? E' lì fermo, immobile, da due mesi, nulla è cambiato da quel 8 aprile. Anzi no, una cosa per quel territorio a cavallo tra Toscana e Liguria è cambiata, in peggio ovviamente, la viabilità. "Già eravamo in difficoltà dai tempi della frana della Ripa e molto di quel traffico deviava e viaggiava sul ponte di Albiano Magra, ora che quel ponte non c'è più la situazione è veramente difficile - racconta Sara -. Qui siamo tante piccole frazioni e senza un collegamento è un disastro, c'è solo la strada che ci porta alla spezia ma quando piove spesso si verificano incidenti. la strada della Ripa ha chiuso un solo giorno ma in quel giorno la viabilità è stata un disastro". E sì, muoversi è diventato davvero impresa difficile.

La settimana prossima inizieranno le operazioni dei periti sul ponte crollato per permettere l'avvio dell'incidente probatorio utile a capire quale è stata la causa che ha fatto crollare il ponte. Il gip ha autorizzato Anas, proprietaria e gestore del ponte, a partecipare all'incidente probatorio, in doppia veste, di persona offesa e di responsabile civile. Sono al momento 22 le persone indagate, tra dirigenti e tecnici di Anas, dirigenti e tecnici della provincia di Massa Carrara che hanno gestito il ponte dal 2001 al 2018, cantonieri, tecnici e imprenditori di ditte che negli anni hanno avuto a che fare con lavori e manutenzioni. Solo una volta eseguito l'incidente probatorio sarà possibile iniziare l'operazione di rimozione dei resti del ponte crollato sul fiume Magra.

Il comune di Bolano e gli altri interessati hanno chiesto la nomina di un commissario per far fronte all'emergenza viabilità che si è creata. Dal ministero delle Infrastrutture è arrivata in queste ore ufficiale la nomina di Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, come commissario straordinario per la ricostruzione. Ancora da definire il piano per la viabilità alternativa. Nell'impossibilità di realizzare in tempi rapidi un nuovo ponte la soluzione pratica da mettere in atto e su cui si ragiona è quella di creare delle rampe utili a unirsi con la A15 della Cisa. Poi c'è la questione legata ai danni per le aziende. Un primo intervento messo in campo dalla Regione Toscana di 150 mila euro per mitigare le perdite subite dalle imprese del territorio danneggiate dal crollo dell'8 aprile. Anche per Andrea e Sara andare avanti non è facile, nell'attesa che la burocrazia faccia il suo corso parenti e amici sono la prima ancora a cui aggrapparsi.