cronaca

In Liguria il settore rappresenta circa l'8% del pil
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 L'organizzazione mondiale del turismo prevede per il 2020 un decremento dei flussi internazionali compreso tra il -58%, nell'ipotesi più ottimistica in cui la ripartenza avverrà a luglio, al -78% in quella più pessimistica in cui il comparto si riavvierà soltanto a dicembre. Tutti i Paesi del mondo hanno applicato restrizioni alla mobilità internazionale, fatto che non ha precedenti nella storia del turismo, da metà Novecento in poi.

Per questi motivi, e anche alla luce della situazione che stanno vivendo l'Europa e l'Italia, il Touring club italiano stima che il turismo troverà la propria "ancora di salvezza nel breve, e forse anche nel medio periodo, nei flussi domestici, negli ultimi anni forse un po' dimenticati dalle strategie di molti Paesi che, complice la globalizzazione, avevano puntato molto sull'internazionalizzazione della domanda". Per quanto riguarda il turismo le regioni che, si prevede, traineranno il comparto saranno rispettivamente la Lombardia, il Lazio, il Veneto, l'Emilia-Romagna e la Campania che "producono" da sole quasi il 60% delle presenze domestiche totali. Se consideriamo parallelamente i dati della spesa turistica degli italiani in Italia, afferma ancora il Touring, per un totale di circa 65 miliardi di euro, i lombardi contribuirebbero per circa 14 miliardi, i laziali e i veneti circa 6,5 miliardi ciascuno, gli emiliani.


IN LIGURIA - Quasi un milione di arrivi in meno, un calo di poco superiore al 20%, in fumo circa 600 milioni di spesa turistica. Le stime elaborate da Demoskopica sulla base dei dati Istat e della Banca d’Italia fotografa bene come il Coronavirus rappresenti per il settore turistico anche in Liguria una vera e propria Caporetto economica a causa dei danni provocati dalla pandemia.

Il turismo è uno dei settori trainanti dell’economia regionale della Liguria e rappresenta circa l’8% del Pil regionale con un giro economico di circa 4 miliardi. In questi anni in Regione si è puntato molto sulla crescita dell’intero comparto capace di dare lavoro a operatori fissi e stagionali e se per primi le difficoltà sono notevoli per i secondi gli ingressi sono pari a zero in questi primi mesi. In tutto il settore ci sono circa 20 mila addetti. Solo in Liguria sono infatti presenti circa 14.700 attività legate a servizi di alloggio e ristorazione che svolgono un ruolo fondamentale nell'offerta dei servizi ricercati dai turisti che scelgono il mare, l'entroterra e le bellezze storico-paesaggistiche della Liguria.

L’emergenza Coronavirus ha fatto letteralmente bruciare i ricavi previsti dai weekend di Pasqua e quelli del 25 aprile e del Primo maggio e anche giugno subirà le pesanti conseguenze. Ora si aspetta con ansia la riapertura dei confini tra le regioni per attirare nuovamente turisti a visitare le bellezze e il mare della Liguria. Ma su Piemonte e Lombardia pesa la spada di damocle dei numeri dei contagi e il rischio ventilato da fonti governative di uno slittamento dell'apertura della frontiera regionale, proprio loro che sono i più vicini e propensi geograficamente a raggiungere la Liguria.

TOTI ESCUDE PASSAPORTO SANITARIO - "I passaporti sanitari, oltre che a essere inutili, sono totalmente impossibili". Cosi' il presidente della Regione Liguria e vice presidente della Conferenza delle Regioni Giovanni boccia la richiesta avanzata da Sardegna e Sicilia di introdurre un 'passaporto sanitario' sulla negativita' da coronavirus per chi arriva da fuori Regione. "La Liguria solo come traffico merci ha 5-6 mila autotrasportatori al giorno in viaggio nei suoi confini, poi dobbiamo aggiungere chi prende un traghetto, chi viene in vacanza. Stiamo parlando di milioni di passaggi in un'estate - ha detto - Credo francamente che sarebbe impossibile pensare a qualcosa che non siano un controllo serrato del territorio e un aumento della capacita' diagnostica".