economia

Molte attività hanno rialzato la saracinesca
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E' un lento, ma laborioso risveglio da un forzato letargo di oltre 2 mesi quello avvenuto in Liguria. A partire da Genova, molte attività hanno rialzato la saracinesca con la fine del lockdown imposto dal coronavirus, altre invece stanno mettendo a punto gli ultimi ritocchi per essere pronti ad accogliere la clientela in totale sicurezza. Bar, ristoranti, parrucchieri, estetisti: tutti hanno dovuto affrontare una spesa media di almeno mille euro per adattare il proprio locale alle nuove linee guida anti contagio.

A Savona poche persone in circolazione. A quanto dichiarato dalla polizia municipale, gli esercenti stanno rigorosamente adottando le normative. Idem alla Spezia, tra le province meno aggredite dal virus, ma dove è forte il rispetto delle regole. Anche Imperia segue l'esempio con la maggior parte delle attività riaperte, ma senza particolari afflussi. Nel capoluogo ligure, tra Porto Antico e centro storico, due delle aree maggiormente prese d'assalto nell'era pre virus, poche persone in circolazione. Nella centrale piazza Matteotti, davanti a palazzo Ducale - anch'esso tornato visitabile - sono ricomparsi i tavolini all'aperto fuori dai bar, ben distanziati e ancora poco affollati. Su una ventina di tavolini, sono sedute in tutto 6 persone.

Diversi i parrucchieri che hanno riaperto su appuntamento, sebbene il lunedì sia di norma giorno di chiusura per questo tipo di negozi. In via San Lorenzo, che costeggia l'imponente cattedrale di Genova, un ragazzo con guanti e mascherina sposta il cordolo rosso posto all'ingresso di un negozio con scritto "attendi qui" ed esce a misurare la temperatura al primo cliente della giornata. Dentro si entra contingentati e tutti con obbligo di mascherina, mentre i parrucchieri hanno anche la visierina di plastica. Qualcuno ha optato per le barriere in plexiglass tra lavandini, altri no. Per tutti guanti e kimono monouso.

Il Porto Antico, un risto-mercato misura la temperatura all'ingresso per la clientela. In quest'area quasi tutti i ristoranti e locali hanno ampi dehors e ampi spazi per garantire il metro di distanza tra tavoli e persone. Per l'esterno le distanze sono tracciate con puntini rossi, mentre molti bar hanno scelto nastri per garantire il rispetto del metro interpersonale. Oltre al distanziamento tra tavoli, gel ingienizzante all'ingresso, accesso e uscita dal locale separati, menu monouso e misurazione quotidiana della temperatura al personale che indossa obbligatoriamente mascherina e guanti. I ristoranti, a Genova e non solo, non hanno riaperto proprio tutti. Molti lo faranno alla fine della settimana, qualcuno, specie quelli sulle spiagge, verso fine mese: si lavora soprattutto su prenotazione, anche per conservare per 14 giorni i nominativi dei clienti. Ma in zone di forte transito, come le passeggiate a mare, o lo stesso porto antico, si potrà entrare anche senza prenotazione se il locale lo consente.

A pochi passi dalla prefettura di Genova
, le boutique d'alta moda rialzano le saracinesche su via Roma e via XXV aprile. In primis bisogna garantire la distanza di un metro. Appena entra la cliente, obbligatoriamente con mascherina e guanti, vengono igienizzati questi ultimi per consentirle di toccare i capi e provarli. Il personale per il camerino indossa, oltre la mascherina, anche la visiera di plastica lavabile. Il camerino viene igienizzato 2 volte al giorno, mentre il negozio è stato precedentemente sanificato da un'azienda specializzata.

Di base tutte le attività commerciali della Liguria
seguono le linee guida decise dalla regione con le categorie e approvate dal governo. Il fatto che l'ufficialità sia arrivata solo poche ore prima con l'entrata in vigore del decreto e delle ordinanze locali, ha fatto sì che molti siano ancora in fase di lavori in corso. Chi ha superato, anche se con molte difficoltà, i due mesi di chiusura, ora sta lottando per sopravvivere: "Speriamo ora che la gente ritorni" è il coro che si solleva da tutti gli esercenti.