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Non esiste ancora un protocollo approvato
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“Hai studiato davvero molto, giorno e notte. E chissà che qualche notte non ti sia saltata anche. Peraltro devo dire ai nostri amici telespettatori che Marco Ferrari, oltre a rappresentare come numero 1 dello sport automobilistico, è di fatto la punta di diamante di questo studio. Grazie Marco a nome di tutti gli addetti ai lavori”. Alla faccia del più aberrante dei conflitti di interesse, Enzo Cerrone (in veste di giornalista pubblicista di MS Motor Tv) ha intervistato il Direttore centrale per lo Sport automobilistico di Aci, Marco Ferrari.

In una interminabile intervista di oltre 60 minuti, Cerrone ha tessuto le lodi (a tratti sperticate) del direttore senza ricordare però che il suo curriculum riporta che dal 2013 al 2018 il suo ruolo è stato quello di “Addetto stampa, per conto Aci Sport, del Campionato Italiano Rally e del Trofeo Rally Terra. In particolare con compiti di stesura comunicati stampa, testi televisivi, interviste video. Conduzione di dirette streaming in ogni appuntamento del Campionato Italiano Rally, nonché presenze radiofoniche settimanali riservate ad Aci Sport”.

Conflitto di interessi di Cerrone a parte, la cosa che colpisce di più dell’intervista è l’attacco che Ferrari sferra al presidente del Consiglio, a questo punto a nome di Aci Sport visto il suo ruolo apicale all’interno dell’ente. “Spero di non aver fatto come Giuseppe Conte che non ha fatto capire nulla agli italiani”, ha sottolineato (tra le risa di Cerrone) il direttore Ferrari. A dire il vero dalla sua intervista si è capito ancor meno di quanto si comprenda nelle conferenze stampa a reti unificate di Conte. Non si è capito come Aci Sport e Aci si stiano muovendo in sede istituzionale per garantire la ripresa delle attività sportive, con quali protocolli e soprattutto in quali tempi. A domande fumose, risposte in stile nebbia a Milano dei bei tempi andati. Ovvietà e riferimenti a Dpcm che già si conoscono. Nessuna risposta concreta sui gravissimi problemi economici di preparatori e organizzatori, su come salvaguardare i posti di lavoro delle migliaia di persone legate direttamente e indirettamente al mondo delle corse. E nessun consiglio su come utilizzare al meglio quanto scritto nei dpcm.

Una intervista infoltita di luoghi comuni.
Da “I piloti hanno voglia di tornare a correre, quasi una dipendenza” fino al capolavoro che metterebbe in imbarazzo anche i meno scafati: “È’ emerso un altro dato, che la Federazione sta raccogliendo un consenso bulgaro Incredibilmente non abbiamo registrato alcun consenso negativo altro motivo di orgoglio per voi”, Cerrone dixit. Stesse considerazioni e domande poste il giorno dopo al presidente di Aci, Angelo Sticchi Damiani. Ferrari anziché glissare rincara la dose: “Assolutamente senz’altro si, noi siamo felici di questo. Quando tutti sono d’accordo vuol dire che stiamo lavorando nella direzione giusta. Stiamo cercando di raccogliere informazioni, di essere precisi nelle soluzioni da adottare. La gente ci chiede quando si riparte. La gente i nostri tesserati stanno apprezzando il nostro lavoro”. La gente chiede, ma le risposte latitano.

Le voci che girano nell’ambiente sono di tutt’altro avviso. Team e organizzatori sono molto preoccupati, parlano di fallimenti alle porte, licenziamenti, tra gli addetti ai lavori girano proposte per riprendere l’attività ma, alla luce di quanto prevedono i decreti finora emanati dal governo, sembra davvero difficile ripartire nel 2020. Dentro ai decreti finora emanati non si intravede una riga che sia una proposta promossa da Aci Sport, alla faccia di chi “non dorme di notte”. Non esiste ancora un protocollo approvato. L’ipotesi di misurare la temperatura ai piloti anche durante la gara sembra pura follia.

Dall’intervista a Ferrari si riscontra almeno un aspetto positivo: il direttore ci chiarisce una volta per tutte che siamo in pieno alto mare. Al di là della buona volontà di cercare soluzioni, quanto confermano Ferrari e di tutta Aci Sport lascia delusi e amareggiati. Solo ipotesi, nessuna proposta concreta. E per non farsi mancare nulla, un attacco gratuito al presidente del Consiglio Conte in un momento in cui invece si dovrebbe puntare a un rapporto costruttivo. Un capolavoro di strategia.