sport

Si moltiplicano le richieste alla UEFA di una maggiore elasticità
1 minuto e 23 secondi di lettura
A Nyon tira aria di proroga. La Uefa, com'è noto, ha da tempo raccomandato alle federazioni nazionali europee di attenersi al termine ultimo del 2 agosto. Entro quella data, secondo il presidente Aleksander Ceferin, ogni nazione dovrà presentare a Nyon le classifiche finali della stagione precedente, al fine di compilare i tabelloni delle edizioni 2020/2021 di Champions League ed Europa League. Come redigerle, è affare delle singole federazioni: sulla base delle classifiche vigenti al momento del blocco, l'8 marzo per quanto riguarda l'Italia, oppure facendo disputare a tappe forzate e magari con qualche abbreviazione come i playoff e playout, tra giugno e appunto il 2 agosto, l'ultimo tronco dei campionati interrotti?


La questione è solo in parte sportiva, perché molte leghe professionistiche vogliono ricominciare a giocare soprattutto per incassare la terza e ultima rata dei diritti tv, 250 milioni per l'Italia, che salterebbe in caso di cancellazione della stagione. Ma il tempo stringe, la pandemia allenta solo in parte la sua morsa e le notizie che arrivano dalle società non sono confortanti: per quanto riguarda la serie A, i dieci positivi al Covid-19 (sei della Fiorentina, quattro della Sampdoria e uno del Torino) emersi alla ripresa degli allenamenti certo non sono una premessa incoraggiante per ricominciare a giocare.

Così molti alti dirigenti del calcio europeo hanno fatto pervenire a Nyon, dove ha sede la Uefa, discrete sollecitazioni al presidente Ceferin perché conceda una proroga al termine del 2 agosto. Tale differimento produrrebbe di conseguenza uno slittamento degli stessi calendari delle coppe europee, il che secondo molti addetti ai lavori sarebbe comunque un male minore, rispetto all'implosione di molte società e di interi campionati privati delle risorse televisive.