Colombarini aggiunge: "Siamo in una situazione particolare. Leggo costantemente quello che dicono alcuni tifosi, che 'le priorità del Paese oggi sono altre' e che 'non è giusto continuare per rispetto di tutti i morti che ci sono'. Condivido questo pensiero però noi siamo dirigenti di una società professionistica con a carico diversi dipendenti e dobbiamo ragionare in questa ottica. Ovviamente spingeremo per riprendere con le dovute sicurezze. Oggi però un protocollo non esiste. Ci sono tanti soldi in ballo. Mi piace poco sentire dire 'il calcio è ricco, miliardario e quindi non bisogna solo pensare ai soldi'. Ma non è vero, qui di miliardari ce ne sono pochi. La situazione è che se i diritti televisivi non arrivano, tante società sono in difficoltà. Per ciò bisognerà cercare di ripartire in sicurezza e se non sarà più possibile ci si dovrà sedere intorno a un tavolo per comprendere come ripartire queste perdite. Né interamente alle televisioni, né interamente ai giocatori e né interamente alla società. Ognuno dovrà fare la sua parte e oggi vedo la mancanza di questa volontà. Se il campionato non dovesse ripartire, tuteleremo i nostri interessi. Di certo, non potremo accettare senza dire nulla che la SPAL venga retrocessa senza giocare una partita. Non so chi avrà il potere di decidere, ma sono convinto che, se le decisioni rimarranno in ambito calcistico, la possibilità di ricorsi ci sarà sempre. Faremo il possibile per tutelarci".
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Coronavirus, Spal in guerra: "Non andremo in B senza giocare, faremo ricorso"
Il presidente Mattioli preannuncia iniziative contro una retrocessione sulla base della classifica attuale
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Colombarini aggiunge: "Siamo in una situazione particolare. Leggo costantemente quello che dicono alcuni tifosi, che 'le priorità del Paese oggi sono altre' e che 'non è giusto continuare per rispetto di tutti i morti che ci sono'. Condivido questo pensiero però noi siamo dirigenti di una società professionistica con a carico diversi dipendenti e dobbiamo ragionare in questa ottica. Ovviamente spingeremo per riprendere con le dovute sicurezze. Oggi però un protocollo non esiste. Ci sono tanti soldi in ballo. Mi piace poco sentire dire 'il calcio è ricco, miliardario e quindi non bisogna solo pensare ai soldi'. Ma non è vero, qui di miliardari ce ne sono pochi. La situazione è che se i diritti televisivi non arrivano, tante società sono in difficoltà. Per ciò bisognerà cercare di ripartire in sicurezza e se non sarà più possibile ci si dovrà sedere intorno a un tavolo per comprendere come ripartire queste perdite. Né interamente alle televisioni, né interamente ai giocatori e né interamente alla società. Ognuno dovrà fare la sua parte e oggi vedo la mancanza di questa volontà. Se il campionato non dovesse ripartire, tuteleremo i nostri interessi. Di certo, non potremo accettare senza dire nulla che la SPAL venga retrocessa senza giocare una partita. Non so chi avrà il potere di decidere, ma sono convinto che, se le decisioni rimarranno in ambito calcistico, la possibilità di ricorsi ci sarà sempre. Faremo il possibile per tutelarci".
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