
Per questo nella seconda fase l'ipotesi è che a maggio inoltrato si potrà andare nei parchi in piccoli gruppi, da giugno in centri estivi organizzati anche in oratori e cortili delle scuole. Tutto rispettando però le norme di distanziamento sociale, quindi divisi in piccoli gruppi di 4-5 bambini per ogni educatore. Saranno necessarie queste precauzioni per consentire un graduale ritorno alla vita normale anche per i più piccini.
Intano la tecnologia cerca di venire in loro soccorso, come all’Istituto Ravasco di Genova. “Siamo riusciti ad organizzare un orario di lezione vero e per “vero” non intendo solo quotidiano e comprendente tutte le discipline (incluse materie come motoria, musica,informatica) ma anche articolato e partecipato”, ha raccontato a Primocanale la preside Maura Frizzi. “I docenti si sono messi alla prova con le piattaforme informatiche e anche i genitori hanno reso possibile mantenere una continuità didattica aiutando i propri figli giorno per giorno”. A preoccupare, però, è che dal 4 maggio molti di loro torneranno al lavoro lasciando i bimbi o a nonni poco tecnologici o a baby sitter che non si trovano così facilmente. E questo è uno degli interrogativi a cui il Governo deve ancora dare risposta, soprattutto riguardo al congedo parentale.
IL COMMENTO
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