cronaca

Egle Possetti:"Aspettiamo giustizia, chi ha causato questa tragedia deve pagare"
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"Pensare a un'inaugurazione chiassosa e festosa è una cosa che giudichiamo negativamente. Certamente un'inaugurazione dovrà esserci però perchè fare tanto chiasso se questa inaugurazione sarà conseguenza della morte di 43 persone". Egle Possetti è il presidente del comitato ricordo vittime di Ponte Morandi. Quel 14 agosto del 2018 ha perso in un colpo solo la sorella e i due nipoti.

I lavori nel maxi cantiere vanno avanti spediti, nemmeno l'emergenza coronavirus ha rallentato più di tanto la tempistica. A inizio settimana prossima l'impalcato metallico sarà completato con il sollevamento dell'ultima campata e la congiunzione tra le parti di Levante e Ponente del nuovo ponte. Un lavoro quasi a tempo di record. Ma le famiglie che piangono un caro da quel tragico giorno che ha segnato la storia della città e soprattutto spezzato la vita a 43 innocenti chiedono soprattutto rispetto. "La città non si può fermare, lo sappiamo bene - spiega ancora Possetti -. Per noi veder crescere questo ponte è una ferita grandissima, perchè tutti pensiamo che questo ponte che sta sorgendo ci sarebbe potuto essere anche senza la nostra tragedia".      

Lì dove un tempo c'era ponte Morandi sorgerà anche un memoriale per ricordare la tragedia. Sarà ricavato dal capannone che in questi mesi è stato utilizzato per stoccare i reperti del viadotto per l'inchiesta. Un'idea condivisa dai familiari, dal Comune di Genova e dai progettisti dello studio di Stefano Boeri che ha ideato il parco che dovrà nascere. "Non era scontato che noi fossimo interpellati nell'ambito di questo progetto di rigenerazione urbana e per noi è stato molto importante - afferma Possetti - per noi questo è un luogo sacro, è dove hanno esalato l'ultimo respiro i nostri cari. Volevamo uno spazio raccolto, senza attività ludiche. Questo progetto ha accettato e accolto le nostre sensibilità e richieste. A lato del memoriale ci sarà anche un punto dedicato al ricordo dell'aspetto proprio fisico del ponte Morandi, di quello che ha fatto questo massacro. Perchè la memoria è la cosa più importante che abbiamo e fa si che queste morti non siano avvenute invano".

L'emergenza coronavirus ha sospeso le udienze e rallentato anche quella che è la macchina della giustizia chiamata a individuare le responsabilità del crollo del Morandi e della tragedia che vivono da quel giorno di vigilia di ferragosto i familiari delle vittime. Da loro la fiducia nei confronti della magistratura che porta avanti le indagini non è mai mancata. "Speriamo che tutte le attività possano riprendere il prima possibile. Aspettiamo la giustizia vera per noi e per i nostri cari che non ci sono più, aspettiamo che le persone che hanno causato questa tragedia paghino" conclude Possetti.