In una piazzetta deserta sferzata dal fortissimo vento di maestrale, resistono giusto anatre e gabbiani: benvenuti a Portofino, forse il borgo più deserto della Liguria visto che i residenti effettivi sono meno di duecento, chi può si parla dalle finestre, o quando si incontra a fare la spesa nelle uniche attività aperte: market, farmacia, panificio a giorni alterni, tabaccaio.
Portofino non riaprirà come tutti gli altri paesi, quando verrà dato il via libera a negozi, bar e ristoranti. Sì, perché qui, contrariamente ad altri luoghi, l’economia è basata solo sul turismo. Come pensare che i negozi di lusso e grandi firme possono riaprire solo per i locali? Impensabile, stesso discorso per la maggior parte di bar, alberghi e ristoranti. “Iniziamo ad essere un po’ depressi, certo il luogo è bello ma non poter parlare con nessuno, non potersi incontrare inizia a pesare” si sfoga Manuel, storico pescatore del borgo. Peraltro, dopo due giorni di digiuno da pesca, colpa del maestrale.
“Ho mandato un dispaccio a bar, ristoranti e negozi per far sì che inizino a studiare i modi per garantire alla riapertura le norme di sicurezza per il Covid 19", spiega il sindaco Matteo Viacava, abituato alle sfide soprattutto dalla mareggiata del 2018 che isoló il paese. "Contiamo di aprire le attività ai primi di giugno, o comunque non prima che il Governo dia il via libera alla mobilità tra le regioni. E speriamo anche che a luglio e agosto possano arrivare gli stranieri, visto che il turismo qui è basato all’80 per cento proprio sugli stranieri. Ma nel frattempo dobbiamo fare in modo che arrivino gli Italiani”, prosegue il sindaco.
“Abbiamo ancora qualche prenotazione, fatta prima dell’emergenza, per giugno. E poi arrivano richieste per luglio e agosto”, racconta Alessandro Riola che ha un albergo e ristorante proprio al centro della piazzetta di Portofino. Del resto oggi chi sarebbe disponibile a rischiare di andare in albergo, con il rischio di isolamento se si verificasse anche solo un caso di Coronavirus? Vedi i casi nel ponente ligure a inizio emergenza. “Proprio per questo ci stiamo attrezzando per ridurre al massimo le attività in spazi comuni. Quindi pensiamo a colazioni, pranzi e cene serviti in camera, o in sala ma in pochissimi e con orari diversi dagli altri. Poi sanificazioni continue, almeno una volta al giorno, delle zone comuni e delle camere ogni cambio di ospiti”, spiega Riola.
Lo stesso Comune ha acquistato macchine per sanificazione che verranno messe a disposizione anche alle attività commerciali, oltre che per gli spazi aperti del borgo. E i ristoratori? “Abbiamo bisogno di certezze sulle modalità di riapertura, dal Governo, delle regole a adottare. Certo dimezzeremo i tavoli e abbiamo grande difficoltà a livello umano, nel comunicare ai dipendenti o agli stagionali che ne serviranno meno. Per il resto apriremo solo quando potranno arrivare i turisti, non possiamo pensare di farlo prima, cioè solo per portofinesi o liguri, con tutto il rispetto”, conclude Mauro Evangelista, ristoratore della piazzetta.
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Portofino deserta, Viacava: "Riapriremo solo col via libera alla mobilità tra regioni”
Il Comune ha acquistato macchine per sanificazione
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