Qualcuno ha paragonato l'emergenza sanitaria in corso a una guerra. Sulla scia di questo, mentre l'esercito della sanita' e' in prima linea a fronteggiare il Covid-19 nei reparti ospedalieri italiani, qualcuno nelle retrovie cerca di dare una mano, coprire le spalle, portare rifornimenti alle trincee. Ed e' quello che sta facendo in queste settimane l'IIT (Istituto Italiano di Tecnologia con sede a Genova) che, con le sue conoscenze tecniche e scientifiche, si e' messo a disposizione per cercare delle soluzioni di immediata applicabilita' al fine di alleviare i problemi e le criticita' di un sistema sanitario allo stremo.
"In particolare, ci siamo attivati nel campo delle simulazioni molecolari per provare farmaci gia' approvati dalla FDA, la Federal Drug Administration americana - spiega Giorgio Metta, direttore scientifico dell'IIT - Ne abbiamo provati piu' di 3 mila per capire se alcuni di questi possano essere utili gia' col coronavirus. Senza progettare alcuni farmaci e senza aspettare i tempi lunghi di un vaccino, e' una strada per poter gia' curare alcune persone oggi. Su questo - dice - abbiamo gia' presentato una proposta di progetto europeo e vediamo se riusciamo a partire velocemente con dei test".
Ma il lavoro dell'Istituto non si limita a questo: "Stiamo lavorando su nuovi materiali per funzionalizzarli, per esempio per realizzare mascherine - dice ancora Metta all'AGI - questo e' un lavoro piu' lungo e ci siamo attivati con alcune aziende per capire se riusciamo a sviluppare in maniera veloce un respiratore polmonare abbastanza semplice, che segua pero' le raccomandazioni necessarie per dispositivi di questo tipo. E' un lavoro importante in cui sono coinvolti decine di ingegneri e vediamo dove si arrivera'". Non solo: "stiamo cercando soluzioni che siano facilmente producibili, che si possano realizzare e costruire in fretta e che diano garanzie di funzionalita' e qualita' - sottolinea il direttore scientifico dell'IIT - per quanto riguarda i materiali stampabili, con le stampanti 3D stiamo lavorando per aiutare gli ospedali locali, in particolare il San Martino per realizzare componenti che aiutino a rendere piu' efficienti dispositivi gia' in essere. C'e' stata ad esempio una carenza di componenti: sdoppiatori, maschere, misuratori di flusso e stiamo contribuendo a realizzarli".
Non poteva mancare la robotica al servizio della sanita', anche tra i letti di ospedale: "Ci siamo attivati con un progetto molto veloce per poter portare una sorta di robot avatar, realizzato in maniera molto molto semplice - sottolinea Metta - per fare tele presenza per i pazienti che devono rimanere in isolamento". Ci sono iniziative portate avanti dall'Istituto che potrebbero anche essere di immediata applicazione: "Stiamo lavorando all'adattamento di maschere che coprono l'intera faccia: vi e' una necessita' crescente e stiamo cercando di capire come modificare maschere esistenti in modo che siano lavabili, sterilizzabili e riutilizzate. Questo - conclude Metta - e' il progetto che e' piu' avanti, potrebbe vedere a breve la luce ed essere gia' utilizzato in ospedale".
cronaca
Coronavirus, l'IIT di Genova in campo a servizio della sanità
Le parole del direttore scientifico Meta
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