Contagiato e guarito dal Covid-19 e ancora sottoposto ai protocolli di controllo del caso, il centrocampista della Sampdoria Albin Ekdal riassume la sua esperienza, resa meno complicata dalla forte fibra e dalle tempestive terapie del caso "È stata per me come un’influenza. E poi per diciassette giorni - dice al sito expressen.se - sono stato costretto a rimanere in casa im perfetta solitudine".
"In questo momento - aggiunge Ekdal - l'unica cosa che conta è recuperare una specie di normalità, l'unica cosa che conta è che le persone si sentano meglio e non perdano il lavoro. Quando l’economia precipita e la gente muore, è un momento in cui il calcio non è assolutamente nei miei pensieri".
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Coronavirus e Sampdoria, Ekdal: "Il calcio ora è l'ultima cosa a cui pensare"
Il centrocampista svedese, tra i contagiati, dice "Per me è stata come un'influenza"
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