politica

Non si è occupato del sistema radiotelevisivo locale
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Con l’introduzione del decreto ‘Cura Italia, oltre agli interventi indispensabili al fine di garantire innanzitutto la salute dei cittadini, "il governo non si è occupato del sistema radiotelevisivo locale, che a costo di grandi sacrifici, sta svolgendo un ruolo informativo di servizio al pubblico sui propri territori. Un’attività professionale esercitata in una condizione di tante incertezze, perché di ora in ora gli inserzionisti (fonte di finanziamento essenziale dell’emittenza locale) disdicono i loro contratti pubblicitari poiché gli esercizi commerciali e gran parte delle piccole aziende sono chiuse. E se queste imprese utilizzano la cassa integrazione in deroga per non gravare sui bilanci, le emittenti locali non possono fare altrettanto, perché in questo momento buio devono restare al servizio dei cittadini, e adempiere al loro obbligo e dovere civico di informare", si legge in una nota di Confindustria Radio Tv.

"La nostra programmazione prevede oltre 13 ore in diretta al giorno,
come le principali emittenti televisive regionali. E’ evidente che vogliamo assicurare un costante servizio e la presenza sul territorio. Non possiamo fare ricorso a sospensioni neppure parziali dell’attività né agli ammortizzatori sociali. L’utilità di tale servizio, mai come in questo momento, è infatti riconosciuta dagli stessi cittadini, prova ne è la sorprendente impennata degli indici di ascolto del comparto, anche dovuta all’eccezionale incremento del livello produttivo dei programmi informativi locali. La tenuta di questo importante servizio locale non può che essere, quindi, di interesse generale. Senza più introiti pubblicitari e senza un efficace intervento di sostegno si condanna l’informazione radiotelevisiva locale all’estinzione", sottolinea l'editore di Primocanale Maurizio Rossi.

"Le emittenti televisive regionali costituiscono un servizio essenziale per i territori, che non può essere soffocato. Al Governo si chiede un immediato ripensamento, per mantenere aperta la voce di chi, per assicurare informazione di prossimità, non può chiudere né ricorrere agli ammortizzatori sociali. Tenere aperta la linea e la voce di chi è, in questo momento, in trincea e in prima linea nell’informazione di emergenza, è un dovere che non può non essere sostenuto anche per l’utilità pubblica e sociale che assicura", conclude la nota di Confindustria Radio Tv.