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Toti conferma il suo elevato indice di notorietà
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"Con gli amici di Liguria Popolare sapevamo di aver seminato bene in questi anni e questo sondaggio elaborato da uno dei più prestigiosi istituti di ricerca del nostro Paese ci dà la carica in vista del voto". Sono le parole di un soddisfatto Andrea Costa, presidente di Liguria Popolare, dopo aver visto i risultati di un sondaggio commissaionato all'Istituto Piepoli. "Veleggiamo intorno al 4% e le rilevazioni ci dicono che abbiamo possibilità di arrivare fino al 12%", commenta.

Il centrodestra in vantaggio sul centrosinistra,
anche per somma aritmetica in caso di alleanza tra Pd e M5s. Il dato viene fuori dal sondaggio realizzato appena prima dell’emergenza coronavirus e, soprattutto, prima del voto su Rousseau che ha sancito la possibilità di alleanza tra penstellati e dem. Un test che non contrappone un nome a quello di Giovanni Toti, candidato certo per il centrodestra unito alla presidenza della Regione, ma che può indicare un gradimento ‘a prescindere’ per i protagonisti già in corsa.

Si tratta di una indagine quantitativa realizzata a fine febbraio.
Secondo gli intervistati, il problema principale in Liguria è il lavoro (31%) seguito da viabilità (14%) e trasporti pubblici (12%). Di scarso appeal invece i temi su scuola, extracomunitari e criminalità organizzata indicati rispettivamente dall’1% degli intervistati come un problema ‘principale’ della regione. Sull’operato dell’attuale Giunta regionale il risultato è ben oltre la sufficienza: il 63% è molto o abbastanza soddisfatto.

L’indice di notorietà di Giovanni Toti
conferma il trend nazionale in tema di classifica tra governatori. Toti infatti dal sondaggio di Liguria Popolare esce con un 93% sulla popolarità e un 66% sulla fiducia. La tipologia di voto mette in evidenza invece che un ligure su 4 non saprebbe ancora per chi votare, mentre il 50% degli intervistati sarebbe pronto a votare sia il candidato presidente che una lista. Se il candidato sostenuto dal centrodestra raggiunge il 51%, mettendo insieme il candidato sostenuto dal centrosinistra (37%) con quello sostenuto dal M5s (8%) si arriverebbe al 45%.

Il Partito Democratico si confermerebbe come la prima forza in campo (29%), ma seguito a ruota dalla Lega (28%). Secondo l’Istituto Piepoli, i dem avrebbero cosi cannibalizzato in Liguria l’intero centrosinistra ‘classico’ relegando ai margini Italia Viva (2,5%) e +Europa (2%), col M5s al 10,5%. Nel centrodestra la vera sorpresa nei numeri arriva da Liguria Popolare che col suo 3,9% di stima si avvicinerebbe a Forza Italia (6%), Fdi (7,5%) e Cambiamo! di Giovanni Toti (8%).

Un quadro in cui emerge un 'centro' ago della bilancia, anche in assenza del nome di un candidato ‘avverso’ al centrodestra e con una somma Pd-M5s che a conti fatti potrebbe discostarsi dal banale ‘1+1=2’. Al netto di eventuali rimandi elettorali a ottobre per l’emergenza coronavirus. "Il dato del possibile 12% è paradossalmente ancora più importante del primo del 4%, che è certo. Lo è perché a differenza di tutte le altre forze della coalizione, Liguria Popolare è il brand meno conosciuto e l’unico movimento civico regionale che non si identifica in un leader nazionale ma è rappresentativo di una comunità di persone che unisce Imperia e Savona con le province di Genova e la Spezia", ha concluso Costa.