salute e medicina

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Covid-19 ha cambiato la nostra quotidianità ma tutti insieme possiamo e dobbiamo ostacolarlo e rendergli la vita difficile come lui sta facendo con noi. E lo si può fare solo rispettando le regole in modo ‘militare’. Lo chiamo per nome e non solo coronavirus, che è la famiglia a cui appartiene, perché ho imparato che se alle cose si dà un nome è più facile combatterle e vincerle.


L’Italia è il terzo paese al mondo per contagi dopo Cina e Corea del Sud. In questi giorni ascoltando le telefonate dei telespettatori, leggendo le domande che arrivano su whatsapp giorno dopo giorno mi sono accorta di come la paura e il panico stavano contagiando tutti in particolare le persone più anziane, quelle con diverse patologie che abbiamo imparato essere quelle più a rischio. Il numero verde di Primocanale non smette di suonare e spesso le domande non riguardano solo i dubbi più comuni ma anche richieste di chiarimenti medici a cui ovviamente non possiamo e vogliamo rispondere e per questo rimandiamo al medico di medicina generale o allo specialista. Ascoltando le tante voci ho capito che non ci deve essere panico, ma neanche inconsapevolezza.

Il presidente della Liguria Toti l’ha detto chiaramente “il virus è in mezzo a noi”. Le nostre armi sono le regole, i consigli degli esperti che dobbiamo mettere in pratica. Le nostre azioni quotidiane non solo servono a proteggere noi stessi ma anche a evitare di contagiare gli altri. “E’ il tempo dell’autoresponsabilità – ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte - non dobbiamo pensare di essere furbi, dobbiamo tutelare la salute dei nostri figli, genitori e nonni perché loro sono i più esposti”.

Ma come si può combattere qualcosa che non si vede? Si può rendendogli la vita impossibile. Noi non vediamo Covid-19 ma possiamo fare in modo che raggiungere il nostro organismo sia il più difficile possibile e allora re-impariamo a lavarci le mani correttamente diverse volte al giorno: acqua e sapone per almeno 40-60 secondi oppure con gel alcolici. Cerchiamo di mantenere le distanze di almeno un metro: facciamolo quando siamo in coda in un negozio, o semplicemente al mercato, o quando siamo fermi a un semaforo per attraversare la strada. In una regione che è la più anziana d’Europa in questo momento è prioritario proteggere gli anziani che, secondo i primi studi sul Covid-19, sono i più esposti.

Se non hanno problemi e sono autosufficienti in questo momento la cosa migliore che possiamo fare è non andare a trovarli, chiamarli tante volte al giorno, fargli sentire che ci siamo e se hanno bisogno di qualcosa come medicine e spesa lasciare i sacchetti fuori dalla porta. Questo perché i giovani che si ammalano di meno possono però esserne portatori inconsapevoli. Facciamo giocare i bambini a casa, è più difficile, ma è un proteggere loro e tutti noi. Possiamo fare quelle cose che non abbiamo mai tempo di fare come i biscotti o giocare, in modo diverso, certo, ma l’importante è stare insieme. Queste sono solo alcune delle regole che stiamo sentendo ripeterci da giorni.

Ma allora come mai c’era la ressa per sciare in Piemonte, o nei locali del centro storico genovese, o in spiaggia a Boccadasse? Non riesco a darmi altra risposta se non che non siamo capaci a rispettare le regole che però è l’unica cosa che può aiutarci a rallentare la diffusione di Covid-19. La regola più importante è questa: rispettare le indicazioni. Le regole sono difficili da seguire? Sì, ma non impossibili.