Politica

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Bene fa la stampa più attenta e sensibile ad occuparsi della scelta che gli industriali genovesi si apprestano a fare per rinnovare la carica di Presidente della loro Associazione.

Per più di un motivo la loro scelta travalica la sola rappresentanza, peraltro importante e prestigiosa, di un tessuto associativo imprenditoriale.

In una città in profonda trasformazione come Genova, per i quali molto importanti sono stati gli ultimi anni e ancor di più lo saranno i prossimi, l’atteggiamento, le opinioni, le strategie della sua imprenditoria sono di grandissima rilevanza. La Presidenza degli industriali, con le motivazioni che sottendono alla sua scelta, assume immediatamente, quindi, una valenza generale. Può non essere, per esempio, “confinata” in una caratteristica di sola rappresentanza di interessi ed esigenze, pur legittime, di carattere settoriale, categoriale, ma mettersi in gioco, relazionarsi con il resto della città e con le sue Istituzioni, dialogare, proporre, costruire, convergere. Può portare un pezzo del tessuto sociale cittadino ad essere sempre più protagonista del futuro di tutti. Può essere parte fondamentale, insieme, del motore e della bussola che indica la direzione verso la quale andare tutti. Ciò non significa rinunciare a qualcosa, alla tutela “sindacale” degli interessi imprenditoriali nei confronti di chi ha le leve della pianificazione urbanistica per esempio. Significa assumere qualche ruolo e qualche responsabilità in più. Con gli oneri e gli onori che ciò comporta. Significa cogliere anche le opportunità che tale atteggiamento fa indubbiamente emergere.

Viviamo una fase in cui è evidente la crisi della politica. Da diverse parti si cerca di dare risposte, alcune delle quali cercano di non guardare al contingente, ma tendono a ricostruire una relazione forte e stabile con i cittadini, a riconquistare fiducia, motivazione all’impegno civile, partecipazione.

In ogni caso sempre più importante è il ruolo dei soggetti sociali organizzati e delle loro rappresentanze, che diventano a tutti gli effetti soggetti politici. Nel senso che concorrono pienamente al governo della cosa pubblica, al futuro della società in cui vivono ed operano.

Ciò vale per i Sindacati dei lavoratori, per il mondo della cooperazione sociale, per quello dell’artigianato e del commercio ed altri ancora, a maggior ragione per l’Associazione degli Industriali. A patto che tutti sappiano vedere un po’ oltre i loro diritti e le loro esigenze, ma sappiano collocarle in uno scenario più grande. Che è lo scenario delle scelte per rendere competitivo e attraente il nostro territorio, per garantirgli sviluppo, benessere, coesione sociale.

In ultimo una notazione. Interesse non fa assolutamente rima con ingerenza. L’attenzione con la quale guardiamo al dibattito in seno agli industriali genovese ed al suo sbocco, attenzione dovuta ai motivi che ho richiamato, non può travalicare in un atteggiamento ingerente o partigiano nei confronti delle possibili diverse scelte che all’interno dell’associazione possono maturare. Il nostro interesse vuole essere una sottolineatura ed un richiamo alla valenza generale della scelta che verrà fatta, uno stimolo ed un augurio che venga assunta avendo la sensibilità e la percezione del significato che assume per noi e per la città.